Manovra, l'allarme per i negozi: «Dalla local tax aumenti del 25%»

C'è ancora il fisco al centro delle discussioni sulla manovra del governo. Il viceministro dell'Economia Antonio Misiani è tornato sul tema assicurando...

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C'è ancora il fisco al centro delle discussioni sulla manovra del governo. Il viceministro dell'Economia Antonio Misiani è tornato sul tema assicurando che l'85% delle misure dei due provvedimenti va alla riduzione del carico fiscale. Il riferimento è alla sterilizzazione della clausole di salvaguardia, in assenza della quale sarebbero scattati aumenti di imposta per 23 miliardi di euro. Inserendo tutte le voci nel conto, Misiani ricorda come l'effetto complessivo sia una riduzione delle entrate pari a 15,6 miliardi. Dall'altra parte della bilancia ci sono però le nuove misure per incrementare il gettito, alcune delle quali sono già al centro delle contestazioni, dalla cosiddetta plastic tax alla stretta sulle auto aziendali date ai dipendenti in uso promiscuo.


Intanto però si apre un altro fronte, relativo a un articolo della legge di Bilancio dal quale di per sé il governo non si attende nemmeno nuove entrate. Si tratta della cosiddetta local tax, destinata ad assorbire una serie di tributi e canoni oggi a carico degli esercizi commerciali. L'allarme viene da Confesercenti. «Il canone unico - evidenzia l'associazione di categoria - rischia di portare ad un nuovo aumento» delle tasse locali sulle piccole imprese. La nuova imposta, che unifica le imposte locali minori, dal suolo pubblico alla pubblicità, «potrebbe trasformarsi in un aggravio» che, nel caso del canone degli ambulanti potrebbe arrivare fino al «+25%». La norma, infatti, prevede che il gettito non possa essere inferiore alle imposte che sostituisce, ma permette appunto incrementi fino a quella percentuale. L'associazione chiede quindi di reintrodurre il blocco degli aumenti delle tasse locali.

«In attesa che i Comuni deliberino il peso effettivo del nuovo canone - spiega Confesercenti - tutti pagheranno 120 euro al metro quadrato all'anno, una cifra di molto superiore a quella pagata attualmente in buona parte dei casi. Il canone unico rischia dunque di configurarsi come un'ulteriore spinta alla pressione fiscale locale, già alta: dopo la profonda crisi economica che ha coinvolto il nostro Paese tra il 2008 e il 2013, gli enti locali hanno infatti utilizzato la loro autonomia per contrastare le riduzioni delle basi imponibili». Nella relazione tecnica al disegno di legge di bilancio il governo non evidenzia alcun aumento di gettito, limitandosi a segnalare che «non ci sono effetti finanziari negativi» per lo Stato.

Per i due provvedimenti partirà nei prossimi giorni l'esame parlamentare. Oggi scade il termine alla Camera per gli emendamenti al decreto fiscale, mentre lunedì prossimo è fissata la corrispondente scadenza per il disegno di legge di Bilancio.
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Il Messaggero