Manovra, l'ipotesi del taglio Irpef delle Regioni

Manovra, l'ipotesi del taglio Irpef delle Regioni
Il sasso nello stagno l'ha gettato Fabio Melilli, relatore del Pd alla legge di Stabilità. «Stiamo studiando», ha detto ieri, «una formula che consenta a tutte le regioni...

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Il sasso nello stagno l'ha gettato Fabio Melilli, relatore del Pd alla legge di Stabilità. «Stiamo studiando», ha detto ieri, «una formula che consenta a tutte le regioni di abbassare le tasse, in particolare l'addizionale Irpef». Per ora è solo una proposta, che dovrà passare il vaglio del Tesoro. Ma l'idea è abbastanza semplice. Permettere ai governatori di spalmare su più anni i mutui che stanno pagando per rimborsare i prestiti ottenuti dallo Stato per ripagare i debiti della Pubblica amministrazione o quelli per il rientro dai deficit sanitari. Le risorse liberate dovrebbero permettere di tagliare le addizionali Irpef che in alcune regioni hanno raggiunto il livello massimo. Il tema, del resto, è un pallino anche di Matteo Renzi, che nella manovra aveva già voluto inserire una norma che legava le mani ai governatori vietandogli per tutto il prossimo anno di aumentare le tasse. È solo una delle questioni sul tavolo del governo. Nella riunione con la maggioranza di ieri, qualche altro nodo è stato sciolto. Per esempio è stato deciso di fermare la chiusura delle 23 prefetture stabilita dalla riforma della Pubblica amministrazione. Con l'emergenza sicurezza si è deciso di soprassedere. «Il governo», ha detto il ministro dell'interno Angelino Alfano, «ha deciso di ripensarci».


LE ALTRE NOVITÀ
Una schiarita è arrivata anche sulla questione dei fondi per il Sud. Ci sarà un credito di imposta automatico per chi investe nelle Regioni meridionali. L'aliquota di questa agevolazione sarà modulata a seconda della dimensione dell'impresa: 15% per le Pmi, 10% per le medie imprese e 5% per le piccole imprese. Sarà allungata poi di un anno la decontribuzione per i neo assunti, quando l'assunzione è effettuata da un'impresa del Mezzogiorno. Ma la detrazione massima resterà pari al 40% dei contributi. Anche il pacchetto giochi sarà rivisto. Il Preu, il prelievo unico erariale sulle slot machine, sarà portato al 17%. Si tratta di un aumento di ben quattro punti della tassazione sulle macchinette. Ma una parte di questo aumento sarà possibile recuperarla sul pay out, la percentuale di giocate che deve essere restituita ai giocatori tramite le vincite. Sarà poi soppressa la contestatissima tassa da 500 milioni sulla filiera introdotta lo scorso anno.

Allo studio c'è anche un intervento sulle Province. «C'è la possibilità di approfondire anche il tema del patrimonio immobiliare che è molto consistente e appetibile», ha spiegato ancora Melilli. «Stiamo lavorando - ha aggiunto il relatore- con il ministro Delrio per vedere come utilizzare un fondo Anas per le strade ex Anas». L'intervento sarebbe pari «a circa 100 milioni nel 2016», a cui si aggiungerebbe «il rifinanziamento per 50 milioni di un altro fondo che riguarda le province».

IL DIETROFRONT

Ieri intanto, l'Istat ha diffuso una nota per chiarire la lettura dei suoi dati sul Pil rilasciati venerdì scorso. L'istituto ha sottolineato che con l'effetto calendario (tre giorni in più lavorati quest'anno) il dato diffuso di una crescita allo 0,7% sale di uno 0,1%, allo 0,8%, allineandosi quasi alla previsione del Governo (+0,9%). Il giorno dopo la diffusione delle stime, l'Istat fornisce un'interpretazione «autentica» del dato. E mentre il ministro per i Rapporti con il Parlamento Marie Elena Boschi rassicura («la crescita è comunque in linea con le aspettative») il sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti, guarda avanti: la previsione di crescita dell'1,6% per il prossimo anno è ora ambiziosa? «No, è assolutamente fattibile».
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Il Messaggero