(Teleborsa) - Tassare le bevande zuccherate come la Coca-Cola per coprire l'esclusione del regime Irap per le partita Iva fino a 100mila euro. E' quanto prevede un emendamento...
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La tassazione delle bevande zuccherate per combattere l'obesità della popolazione, in particolare quella infantile, è già in vigore in alcuni Paesi europei. Ad aprire le danze fu la Danimarca, poi è stata la volta della Francia, che introdusse il balzello sui drink zuccherati, la taxe soda, nel 2012.
IN ITALIA 1 BIMBO SU 10 SOTTO I 10 ANNI E' OBESO - Nell'Unione Europea quasi un ragazzo su quattro e una ragazza su cinque sono in sovrappeso o obesi e fino al 7% dei budget sanitari nazionali viene speso ogni anno per malattie legate all'obesità, mentre solo il 3% viene speso per la prevenzione. In Italia per il ministero della Salute un bimbo su 10 sotto i dieci anni è obeso, mentre il 21% è in sovrappeso.
LA CRITICA DI ASSOBIBE - Assobibe, l'associazione degli industriali delle bevande analcoliche aderente a Confindustria, evidenzia come siano coinvolte molte tipologie di bevande, come chinotti, acque toniche, cedrate, bevande con succo di frutta, aperitivi analcolici, bevande per sportivi, etc. Prodotti che sono già in sofferenza da anni. La ricetta del passato di tassare le imprese, sottolinea l'associazione, che generano valore e occupazione in Italia, non è immaginabile in questa fase così difficile.
Questo approccio - che penalizza i consumatori con prezzi più alti, facilita una ulteriore contrazione con inevitabili riflessi su occupazione e investimenti - allontana da una idea di crescita.Oggi si decide di tassare alcune imprese che impiegano zucchero, senza un motivo, domani chissà. Questo scenario alimenta un quadro di incertezze già di per sè importante nel nostro Paese. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero