Manovra da 36,7 miliardi di euro. Tajani: "stime irrealistiche"

Manovra da 36,7 miliardi di euro. Tajani: "stime irrealistiche"
(Teleborsa) - Toni polemici e botta e risposta sulla Manovra tra Roma e Bruxelles non servono a nulla, anche se le previsioni indicate dal Governo nella Nota di aggiornamento al...

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(Teleborsa) - Toni polemici e botta e risposta sulla Manovra tra Roma e Bruxelles non servono a nulla, anche se le previsioni indicate dal Governo nella Nota di aggiornamento al DEF (NADEF) sono "irrealistiche". E' questo, in estrema sintesi, quanto dichiarato oggi (10 ottobre 2018) a Bruxelles ai giornalisti italiani dal Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani.


"Non condivido i toni polemici del Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e del commissario agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici. Non serve alla Commissione fare polemica con i Governi nazionali. Si sta in silenzio, si giudica e si decide" ha affermato Tajani, aggiungendo che la polemica tra l'Italia e la Commissione Ue è soltanto una "cortina fumogena per distogliere l'attenzione dal vero problema che si chiama lavoro, che si chiama crescita economica, e riduzione della pressione fiscale".

Quanto alla NADEF, dove si prospetta una crescita del PIL all'1,5% nel 2019 - l'UPB lo ha bocciato ma l'Esecutivo ha comunque confermato le proprie previsioni - Tajani ha dichiarato che si tratta di stime "completamente irrealistiche per tutti gli osservatori ed esperti", per non parlare del 2% prospettato da un membro del Governo.

"Nessun esperto condivide queste previsioni, e tanto meno quelle al 2%; il 2% in Italia è irrealizzabile, e purtroppo anche l'1,5%. Se ci fosse un'altra politica economica si potrebbe raggiungere quest'obiettivo, ma non c'è politica industriale, non c'è politica per la riduzione della pressione fiscale, non c'è politica a sostegno della realizzazione di infrastrutture" ha spiegato, aggiungendo che è con quel tipo di misure che "si favorisce la crescita, non con sussidi a chi non lavora, non con un assistenzialismo che fa ricordare i tempi della peggiore Prima Repubblica". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero