(Teleborsa) - Il debutto è atteso per il 2020 ma Libra, la valuta virtuale di Facebook, è già al vaglio dell'antitrust dell'Unione Europea che sta "indagando su possibili...
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Un'indagine ad ampio spettro che riguarda membri e struttura della governance dell'associazione Libra, cioè il consorzio che gestisce la criptomoneta, composto da 27 membri tra cui i colossi dei pagamenti Visa, Mastercard e PayPal, oltre a operatori telefonici come Vodafone e Iliad e, ovviamente, Facebook e società come Uber e Spotify. Nello specifico la Commissione europea – secondo quanto riporta il Financial Times – ha inviato dei questionari alle società coinvolte nel progetto avviando un'operazione preliminare di raccolta di informazioni in vista dell'avvio di un'inchiesta formale. Si tratta della seconda indagine antitrust per Libra dopo quella formale avviata a luglio dalla Federal Trade Commission.
Le Autorità – si legge nel dossier – stanno, inoltre, esaminando la possibile integrazione di applicazioni supportate da Libra nei servizi di Facebook, come le chat WhatsApp e Messenger. Come spiegato da un portavoce della Commissione europea, oltre all'antitrust, altre autorità Ue stanno "monitorando gli sviluppi del mercato delle criptovalute e dei servizi di pagamento, compresa Libra e il suo sviluppo". Vi sono, inoltre, preoccupazioni riguardo alla gestione dei dati personali e finanziari degli utenti.
Annunciata a giugno Libra ha già dovuto affrontare diversi ostacoli in un cammino che appare tutto in salita. Nei mesi scorsi contro la nuova criptovaluta si erano schierati, oltre allo statunitense Financial Stability Board e al britannico Financial Conduct Authority, anche il presidente Usa Donald Trump e, timori, erano stati espressi nel nostro Paese dal governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco.
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Il Messaggero