Marche, i numeri del legno: da roverella e cerrete, pellet e recupero di CO2

Sono 313mila di ettari di bosco presenti nella regione: l'ultimo censimento della Forestale

Marche, i numeri del legno: da roverella e cerrete, pellet e recupero di CO2
Nelle Marche ci sono 313mila ettari di bosco, destinati però a non incontrarsi con il distretto regionale del legno, che pure, nel 2023, è stato il quinto territorio...

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Nelle Marche ci sono 313mila ettari di bosco, destinati però a non incontrarsi con il distretto regionale del legno, che pure, nel 2023, è stato il quinto territorio in Italia per esportazione nel settore legno-arredo.

La dicotomia dipende, in primo luogo, dalle essenze del patrimonio arboreo che non si addicono alla filiera del mobile: secondo l'ultimo censimento della Forestale il 31,7% della superficie è di querceto di roverella, il 24,1% di carpino e orno, il 10% di cerrete.

La redditività del bosco è al centro di politiche della Regione che dal 2022 ha avviato, con fondi europei, sulla scorta del Psr, una serie di bandi per la cura e manutenzione del bosco. Dice Giancarlo Sagramola, presidente Unione montana Esino Frasassi e direttore Uncem: «Il lavoro sul territorio demaniale finanziato dalla Regione ha tre direttrici fondamentali: migliorare le condizioni dei boschi per la loro resa ambientale e turistica; evitare il dissesto idrogeologico e, nel contempo, migliorare la capacità di produzione di acqua; infine, non per importanza, il recupero di CO2». In questa direzione si sta affermando uno dei principali modelli di creazione di reddito dei boschi: la compensazione dei crediti di CO2. L'Unione montana dei Monti Azzurri lavora principalmente al pellet, alla produzione di legno destinata all'energia.

La valorizzazione dell'asset boschivo viene anche dal Piceno. Spiega Elio Pompei, dottore forestale, tecnico del Consorzio Marche Verdi e vicepresidente di Confagricoltura Marche: «Dei castagneti piceni, una parte è in coltura e una grandissima parte abbandonata o semi-abbandonata, cui sarà destinata la programmazione del 2024. Gli alberi per il frutto, circa l'80% della produzione, vengono innestati: quelli per gli altri usi sono essenzialmente cedui». Per lo più sono destinati a paleria per staccionate e a uso edile mentre in piccola parte viene assorbita dai maestri artigiani per mobili e infissi.

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Il Messaggero