La manovra è legge. La Camera, grande assente il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, ha approvato il testo in via definitiva, rendendo operativo il ddl uscito dal...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I punti cardine restano quelli voluti dal governo, che su alcune misure non ha accettato compromessi. A partire dal bonus da 80 euro che viene reso strutturale per la platea inizialmente prevista, quella dei lavoratori dipendenti compresi tra gli 8.000 e i 24.000 mila euro di reddito annuo. L'approvazione della legge di stabilità a Montecitorio è stata però caratterizzata dal colpo di coda del Movimento 5 Stelle, in una delle giornate più lunghe per i grillini che hanno dovuto vedersela anche con la fuoriuscita dalle loro file di tre parlamentari.
I pentastellati non avevano dato particolare filo da torcere in Commissione Bilancio nè durante i voti di fiducia nel primo esame dell'Aula. Ma hanno deciso di smuovere le acque in questo secondo passaggio alla Camera, scatenando in più occasioni una vera e propria bagarre mediatica. Nel corso della votazione degli emendamenti (tutti respinti), i 5 Stelle hanno tentato, con tre distinti blitz, di occupare i banchi riservati in Aula al governo, spingendo il presidente Laura Boldrini ad espellere in varie tornate una quindicina di deputati. Il Movimento ha contestato le misure fino all'ultimo, prima sui giochi, esponendo cartelli contro il «governo d'azzardo», poi sull'aumento dell'Iva sui pellet (dal 4% al 22%). Misure importanti ma minori rispetto agli interventi della manovra.
Dagli 80 euro al bonus bebè, dallo stop ai rincari di Tasi e canone Rai fino al rinnovo dell'ecobonus, sono molte le norme che influiranno sulla vita delle famiglie. Così come sull'attività d'impresa e sul mondo del lavoro: il governo ha infatti puntato sin da subito sugli sgravi Irap sul costo del lavoro, cavallo di battaglia del mondo imprenditoriale, per facilitare la vita alle aziende e, allo stesso tempo, per favorire le assunzioni a tempo indeterminato. Una misura specifica è stata pensata anche per le partite Iva, escluse già quest'anno dal bonus da 80 euro. Il regime forfettario sale al 15% ma la platea si allarga ai redditi tra i 15.000 e i 40.000 euro.
Nuove soglie che però non sono piaciute al Parlamento che da destra, con Forza Italia e Fratelli d'Italia, a sinistra, con Cesare Damiano del Pd, hanno criticato il «giro di vite» di un governo che degli autonomi «si interessa ancora poco». Tanti, secondo il Movimento 5 Stelle assolutamente troppi e in odor di «marchetta», anche gli interventi microsettoriali inseriti nonostante il caos finale scatenato al Senato. Tanti e tali da spingere anche il presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama, Antonio Azzollini, a prendersela con Matteo Renzi, per l'evento «senza precedenti» vissuto lo scorso fine settimana in Aula al Senato, dove il voto finale del ddl è arrivato all'alba dopo continui rinvii. In realtà tra le modifiche fondamentali introdotte a Palazzo Madama spicca quella dei giochi che, insieme ad altri interbenti, ha fatto lievitare la manovre di circa un miliardo.
Salve le vacanze di Natale per i parlamentari, ora l'attenzione si sposta sull'Europa.
Il Messaggero