Lavoro, sindacati: "Preoccupati per dati Inps su Cigs"

Lavoro, sindacati: "Preoccupati per dati Inps su Cigs"
(Teleborsa) - Sindacati preoccupati per l'aumento della cassa integrazione a gennaio, specie al Sud Italia, come certificato dai dati dell'Osservatorio cassa integrazione guadagni...

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(Teleborsa) - Sindacati preoccupati per l'aumento della cassa integrazione a gennaio, specie al Sud Italia, come certificato dai dati dell'Osservatorio cassa integrazione guadagni dell'Inps.


"È necessario che il Governo intervenga affinché ci sia una ripresa del sistema Paese, anche grazie a un dialogo più concreto con le parti sociali", ha dichiarato Paolo Capone, segretario generale dell'Ugl. " È altresì necessario coinvolgere attivamente il tessuto imprenditoriale italiano con politiche di welfare volte a creare nuova occupazione e favorire così l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro", ha aggiunto Capone.

"Dopo che il 2019 si era chiuso con il 20% in più di ore autorizzate di cassa integrazione rispetto all'anno precedente, ora il nuovo dato di gennaio conferma questa tendenza, con una crescita del 30% su dicembre, un segnale davvero preoccupante, soprattutto considerando che è quasi esclusivamente la cassa straordinaria a salire, cioè quella che è indice delle crisi più strutturali", ha commentato Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl.

"Il Governo deve uscire dall'immobilismo su questi temi e aprire l'annunciata fase due con misure per la crescita, altrimenti il rischio di una nuova recessione è dietro l'angolo, quando ancora il Paese non ha finito di riprendersi dalla precedente", ha aggiunto Sbarra ricordando di aver chiesto con Cgil e Uil, un incontro con la ministra Catalfo.

"Accanto a questi dati, che fotografano uno stato di forte sofferenza del nostro sistema produttivo e di crescente preoccupazione per le lavoratrici e i lavoratori posti in cassa integrazione, occorre aggiungere l'ulteriore e negativo dato della crescita delle domande di Naspi che, nel 2019, raggiungono oltre 2 milioni, con un aumento dell'1,8% rispetto al 2018", ha detto il segretario confederale della Uil, Ivana Veronese.


"Il 42,2% delle domande sono state presentate dai disoccupati del Nord (in aumento del 2,9% rispetto al 2018), il 39% da chi ha perso il posto di lavoro nel Mezzogiorno (+0,5%) ed il 18,8% dalle persone in cerca di occupazione delle regioni del Centro (+2,1%) - aggiunge - davanti a questi dati, il Governo deve rapidamente aprire il confronto con le parti sociali con l'obiettivo di fronteggiare le tante crisi industriali in atto", ha concludo Veronese. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero