Istat: il lavoro c'è ma non si trovano i lavoratori, posti vacanti al massimo storico

Istat: il lavoro c'è ma non si trovano i lavoratori, posti vacanti al massimo storico
Sembrerà quasi paradossale, ma è proprio così: con la disoccupazione vicina ai massimi storici, con tante persone rimaste senza un'occupazione, ci sono...

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Sembrerà quasi paradossale, ma è proprio così: con la disoccupazione vicina ai massimi storici, con tante persone rimaste senza un'occupazione, ci sono imprese che cercano personale ma non lo trovano. Il tasso di posti di lavoro vacanti, secondo le stime preliminari  Istat, nel terzo trimestre 2017 è addirittura aumentato, passando  dallo 0,9% all'1%, il massimo da quando è iniziata la serie, ovvero dal 2010. La platea di riferimento comprende i settori dell'industria e dei servizi con almeno dieci dipendenti.


È soprattutto il settore dei servizi a cercare senza trovare (tasso posti vacanti 1,4%). I lavori richiesti? Anche in questo caso c'è una sorpresa, perché non sono solo le professioni della web generation o quelle iperspecializzate. No, sempre secondo l'Istat, non si trovano insegnanti, addetti alla sanità, all'assistenza personale e alle attività creative. Insomma, semplificando non si trovano colf e badanti, non si trovano infermieri, in giro ci sono pochi artisti e professori.


Nel dettaglio, spiega l'Istat, nel terzo trimestre del 2017 il tasso dei posti vacanti cresce di 0,1 punti percentuali nei servizi, raggiungendo l'1,1% (anche questo dato è un record dal 2010), mentre rimane stabile allo 0,8% nell'industria rispetto al trimestre precedente. A ogni modo, al di là delle singole professioni richieste, il dato è importante perché considerato dagli economisti un indice "spia" del mercato del lavoro. Il tasso di posti vacanti è infatti il rapporto percentuale fra il numero di posti vacanti e la somma di posti vacanti e posizioni lavorative occupate. Ovviamente più aumenta più ci indica che le imprese hanno ripreso ad assumere. Che c'è una certa vivacità. Indica però anche un altro aspetto particolarmente importante: l'inadeguatezza del sistema di formazione rispetto alle richieste del mercato.  Insomma, 
le imprese cercano personale che non trovano sul mercato del lavoro, perché magari le competenze richieste sono differenti da quelle disponibili.  «I posti vacanti misurano le ricerche di personale che alla data di riferimento (l'ultimo giorno del trimestre) sono già iniziate e non ancora concluse», precisa l'Istituto di statistica. «Sono, infatti, quei posti di lavoro retribuiti che siano nuovi o già esistenti, purché liberi o in procinto di diventarlo, per i quali il datore di lavoro - sottolinea - cerchi attivamente un candidato adatto al di fuori dell'impresa interessata e sia disposto a fare sforzi supplementari per trovarlo». Ecco che, aggiunge, «il tasso di posti vacanti può fornire, usato assieme ad altri indicatori, informazioni utili ad interpretare la congiuntura. I posti vacanti, infatti, possono dare segnali anticipatori sull'andamento del numero di posizioni lavorative occupate nel prossimo futuro». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero