(Teleborsa) - Avviare un confronto con le parti sociali per ridurre la precarietà. E' quanto ha affermato il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ospite a Rtl 102.5 durante "Non...
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"qualche passo - ha aggiunto - è stato fatto ma credo si debba fare molto di più, perchè non possiamo mantenere una generazione in una condizione di precarietà permanente. Circa 30 anni fa si è cominciato a dire che la flessibilità era una condizione che doveva accompagnare l'ingresso al mondo del lavoro, ma sarebbe stata superata da una progressiva stabilizzazione: per qualcuno è avvenuto, per molti invece no, per molti la precarietà è rimasta una condizione che li ha accompagnati in un'età più matura. Questo non è giusto, nè funzionale a un modello di competizione del Paese che è basato sulla qualità e sulla valorizzazione del lavoro e delle capacità. Oggi abbiamo molte risorse da investire su questo fronte. Il PNRR prevede miliardi di formazioni e di politiche attive sul lavoro. Questo richiede un salto di qualità nelle regole".
"Per fare un salario minimo strutturale ci vogliono un insieme di norme, un accordo di carattere generale tra le forze politiche e le forze sociali. Credo sia necessaria. Ho avanzato una posposta: utilizzare come salario di riferimento, come salario minimo, il quantum definito dai contratti comparativamente maggiormente rappresentativi all'interno dei diversi settori, cioè dei contratti che disciplinano il lavoro della maggior parte dei lavoratori di quel settore", ha detto poi il Ministro.
"Questo è un intervento transitorio - ha concluso Orlando - che potrebbe consentire di alzare i salari più bassi e di evitare di avere quote di lavoro povero molto grandi. Abbiamo oltre il 13% di lavoratori che lavorano e non riescono a raggiungere una soglia che li porti fuori dalla povertà" Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero