Kairos cambia pelle e da preda diventa predatore. La società italiana specializzata in asset management, controllata al 100% dalla svizzera Julius Baer, non è...
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diverranno partner con una quota di minoranza «significativa». Ad annunciarlo a Milano è stato Yves Robert-Charrue, a capo dell'Europa per il colosso svizzero che gestisce fondi per 412 miliardi di franchi svizzeri.
«In Italia c'è un consolidamento in corso, in passato abbiamo fatto acquisizioni e guarderemo anche ad altri» ha spiegato il manager. A chi gli ha chiesto se sul nuovo corso abbia pesato la mancata vendita della società, Robert-Charrue ha sottolineato che la società «non era in
vendità: era una delle opzioni che abbiamo considerato: abbiamo testato il mercato e concluso che l'opzione migliore era tenerla», in considerazione anche del fatto che «l'Italia che è un mercato chiave e strategico».
Tra i potenziali acquirenti in pole position c'era Mediobanca. A fine luglio Alberto Nagel, amministratore delegato di quest'ultima, aveva confermato che il dialogo con la proprietà di Kairos continuava e che l'esito si sarebbe visto a settembre. La banca si sarebbe, però, sfilata perché il deflusso di masse che si è verificato mentre la società era oggetto di una procedura di valorizzazione, e dopo l'uscita del fondatore Paolo Basilico, avrebbero reso l'acquisizione meno appetibile.
Da oggi quindi la società sarà guidata ad interim da Fabrizio Rindi, già presidente di Kairos Partners sgr, dopo che l'amministratore delegato Fabio Bariletti si è dimesso. Yves Robert-Charrue ha spiegato che è in corso una ricerca di talenti «nel wealth management ma anche nel business» per allargare il team dai circa 150 dipendenti attuali a 200. Mentre già si cerca il nuovo amministratore delegato, che potrebbe - appunto - arrivare entro il 2020. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero