(Teleborsa) - A oggi sono circa 10 mila le domande di assunzione arrivate a Ita. Di queste solo il 10-15% proviene da dipendenti Alitalia. È quanto fanno sapere fonti sindacali...
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Un nuovo incontro, che probabilmente sarà ancora interlocutorio, convocato in seguito alla lettera congiunta di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti di ieri sera rivolta ai ministri delle Infrastrutture della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, del Lavoro, Andrea Orlando, dell'Economia, Daniele Franco nella quale i sindacati chiedevano una rapida convocazione in vista del prossimo 15 ottobre data dell'avvio delle operazioni di Ita. "Da metà luglio 2021, a seguito delle intese fra il Governo italiano e la Commissione europea – hanno sottolineato i sindacati nella lettera – si è avviato l'iter che porterà, il 15 ottobre 2021, all'operatività di Ita. Per gli effetti che conseguentemente si determineranno, in Alitalia in amministrazione straordinaria e in Cityliner in amministrazione straordinaria, la tenuta occupazionale di circa 10.500 lavoratori diretti delle due società in parola e di altrettanti lavoratori indiretti, in assenza di opportune iniziative e azioni, diventa sempre più a rischio". Ragioni per le quali i sindacati i sindacati hanno ritenuto che non sia "più procrastinabile un confronto congiunto" a 49 giorni dal 15 ottobre.
"La nuova compagnia aerea – hanno affermato Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta – deve essere avviata nel migliore dei modi. Non possiamo accettare che questo nuovo vettore non negozi, con regole stabilite a monte, il contratto collettivo Nazionale di lavoro con le parti sociali". Ita, hanno aggiunto i sindacati, "sta dimostrando di non voler definire regole per la gestione delle trattative e se il buongiorno si vede dal mattino, il passo successivo sarà continuare a agire in maniera unilaterale, per cui Ita punterà – come ha già preannunciato nella lettera inviata ai sindacati il 23 agosto scorso – ad applicare un regolamento particolarmente penalizzante per le lavoratrici e i lavoratori come se la società fosse una indefinita 'startup'. Con queste premesse la nuova azienda nascerà col piede sbagliato e non ci sarà quindi il netto cambio di passo che tutti dicono di volere".
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Il Messaggero