Istat, aumenta il numero degli occupati. Renzi: «Solo con il lavoro l'Italia riparte»

Istat, aumenta il numero degli occupati. Renzi: «Solo con il lavoro l'Italia riparte»
Il tasso di disoccupazione risale ai massimi livelli nel mese di settembre. L'Istat precisa che è pari al 12,6%, in aumento di 0,1 punti percentuali sia in termini...

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Il tasso di disoccupazione risale ai massimi livelli nel mese di settembre. L'Istat precisa che è pari al 12,6%, in aumento di 0,1 punti percentuali sia in termini congiunturali sia nei dodici mesi.




Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 236 mila, aumenta dell'1,5% rispetto al mese precedente (+48 mila) e dell'1,8% su base annua (+58 mila).



Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni a settembre, prosegue l'Istat, diminuisce dello 0,9% rispetto al mese precedente e del 2,1% rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di inattività, pari al 35,9%, cala di 0,3 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,7 punti su base annua.



Aumenta il numero degli occupati. Nel mese di settembre però il numero degli occupati è aumentato dello 0,4% su agosto (+82 mila) e dello 0,6% su base annua (+130mila posti).



L'Istat spiega che l'aumento rilevato nello stesso periodo sia degli occupati che dei disoccupati è stato possibile grazie all'aumento della partecipazione al mercato del lavoro e al calo delle persone inattive. A settembre 2014 gli occupati erano 22 milioni e 457 mila.



Si tratta del livello più alto da maggio 2013. Il tasso di occupazione è pari al 55,9% in crescita di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,5 punti percentuali rispetto a settembre 2013. Il numero degli individui inattivi (nè al lavoro, nè in cerca di occupazione) tra i 15 e i 64 anni diminuisce dello 0,9% rispetto al mese precedente e del 2,1% rispetto a settembre del 2013. Il tasso di inattività, pari a 35,9% cala di 0,3 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,7 punti su base annua.




Inflazione. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona a ottobre sono rimasti invariati rispetto a settembre mentre sono cresciuti dello 0,1% rispetto ad ottobre 2013. Secondo l'Istat per questo aggregato sintetizzato in carrello della spesa il tasso annuo di variazione dei prezzi era nullo a settembre.



Nel mese di settembre 2014 l'indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali rimane invariato rispetto al mese precedente e diminuisce dell'1,7% rispetto a settembre 2013. Lo rileva l'Istat. I prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno aumentano dello 0,1% su agosto e diminuiscono del 2% su base tendenziale. Al netto del comparto energetico si registra una diminuzione dello 0,1% in termini congiunturali e un aumento dello 0,2% in termini tendenziali. I prezzi dei beni venduti sul mercato estero diminuiscono dello 0,2% rispetto al mese precedente.




Renzi su Twitter: «Con il lavoro l'Italia riparte». «Aumentano i posti di lavoro: più 82mila sul mese scorso, più 150mila da aprile. Solo con il lavoro l'Italia riparte». Lo ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio Matteo Renzi, commentando i dati sull'occupazione diffusi dall'Istat.



Poletti: «Numeri che fanno ben sperare». A settembre «abbiamo 82 mila posti di lavoro in più ed è il miglior dato da inizio 2013, credo che questo possa far ben sperare». Cosi il ministro del Lavoro Giuliano Poletti commenta i dati dell'Istat evidenziando che l'incremento del tasso di disoccupazione è dovuto al fatto che «sono aumentate significativamente le persone che hanno cominciato a cercare un lavoro». Il dato di oggi «è un bel risultato perchè è un segno di speranza», aggiunge Poletti.



«Il tasso di disoccupazione è cresciuto dello 0,1% perchè ci sono più di 100 mila persone che sono andate a lavorare e c'è un altro gruppo importante di persone che ha cominciato a cercare lavoro mentre prima non lo faceva» spiega Poletti a margine di un convegno a Milano. Il ministro ribadisce, quindi, che il dato di settembre è «molto buono» perchè «ci sono 82 mila uomini e donne che sono andati a lavorare». Per cui «se le cose cominciano ad andare in questa direzione, dopo alcuni mesi dove il dato dell'occupazione era sostanzialmente stabile, avere un mese che è il migliore dall'inizio del 2013 credo che possa far ben sperare», conclude Poletti.




Sacconi: «Qualcosa si muove». «Secondo i dati Istat l'occupazione finalmente si muove in modo percettibile e cresce tanto quella degli uomini quanto quella delle donne. Si conferma che, nonostante l'andamento recessivo dell'economia, la regolazione aiuta il lavoro perchè tutto ciò avviene a seguito del decreto legge che ha liberalizzato e semplificato contratti a termine e apprendistato.



Cresce anche la disoccupazione ma ciò è ragionevolmente il segno che diminuiscono gli scoraggiati e più persone si offrono sul mercato del lavoro. A questo punto dobbiamo insistere con le regole e quindi dobbiamo produrre il nuovo Testo unico semplice e certo in luogo del vecchio Statuto dei lavoratori». Lo dichiara Maurizio Sacconi, presidente dei senatori del Nuovo Centrodestra.




Tabacci: «I dati dimostrano che lo schema è da cambiare». «L'ennesima crescita della disoccupazione certificata dall'Istat a settembre a nuovi livelli record rappresenta l'ulteriore prova che almeno su un dato di fatto tutti dovrebbero essere d'accordo: lo schema attuale non funziona e dunque va cambiato». Lo afferma il leader del Centro Democratico Bruno Tabacci.



«Il Jobs act rappresenta questo cambiamento - continua - poi se ci sarà bisogno di correttivi in corsa si prenderanno, ma intanto occorre procedere, tenuto conto anche dell'importanza strategica di questo provvedimento per rendere più positivi i nostri rapporti con le istituzioni europee».



Susanna Camusso, Cgil. «È sempre positivo quando qualcuno va al lavoro, ma trasformare questo affermando, come ho letto che siamo alla ripresa, è eccessivo». Lo ha detto il segretario della Cgil Susanna Camusso commentando i dati Istat di oggi sull'occupazione. «Bisogna fare attenzione - ha aggiunto - perchè la ripresa è stata annunciata tante volte in questo Paese, ma poi ci siamo trovati in altre condizioni. Dopo di che i numeri ci dicono che l'Italia continua a soffrire di un altissimo tasso di disoccupazione, in particolare dei giovani. Quindi ben vengano leggeri miglioramenti dell'occupazione ma ci vuole una strategia d'urto più consistente».
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Il Messaggero