Intesa Sanpaolo conquista Ubi Banca con due giorni di anticipo rispetto alla chiusura dell'offerta pubblica di acquisto e scambio lanciata da Cà de Sass nel febbraio...
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In un solo giorno è stato apportato all'offerta pubblica di scambio e acquisto di Intesa il 28,43% del capitale di Ubi Banca, il dato più alto dall'inizio del periodo di conferimento. L'operazione taglia il traguardo, anche se tecnicamente si chiuderà il 30 luglio, dopo cinque mesi di confronto aspro. Da una parte Intesa che ribadiva la necessità di creare un grande gruppo europeo da 5 miliardi di euro di utile e dall'altra Ubi Banca che si è opposta in tutti i modi alle nozze con Cà de Sass. Il confronto non è stato privo di segnalazioni alla Consob, all'Antitrust e non ultimo anche al giudice civile. Da Intesa più volte è stato ribadito che le nozze tra i due gruppi porterà «potenzialità rilevanti per i territori con la creazione di valore per tutti gli attori coinvolti, non solo i soci». Lo stesso ceo di Intesa, Carlo Messina, ha parlato di «grande progetto per creare un leader europeo».
Tutti temi che, in questi mesi, i grandi soci di Ubi hanno respinto, bocciando l'operazione come «ostile e inaccettabile», conveniente solo «per Intesa Sanpaolo». La svolta è arrivata quando Intesa Sanpaolo ha deciso di rilanciare. Inizialmente l'offerta pubblica di scambio prevedeva 17 azioni di Intesa Sanpaolo di nuova emissione in cambio di 10 di Ubi Banca. Cà de Sass ha poi aggiunto la componente in denaro di 0,57 centesimo per ogni azione, mettendo sul piatto la somma complessiva di 652 milioni di euro. Il rilancio ha praticamente provocato un effetto domino sugli azionisti di Ubi che, in rapida successione, hanno deciso di aderire. Una operazione che gli analisti finanziari hanno ritenuto «irrinunciabile». Ed è subito dopo l'arrivo della componente cash che, begli ambienti finanziari, è prevalso l'ottimismo sulla riuscita dell'operazione.
Le nozze tra le due banche, secondo le previsioni, porterà a numeri molto significativi.
Il Messaggero