Intel, ricavi e profitti in calo nel primo trimestre

Intel, ricavi e profitti in calo nel primo trimestre
(Teleborsa) - Intel, azienda di microprocessori statunitense, ha registrato ricavi e profitti in calo nei primi tre mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo del 2020, anche se...

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(Teleborsa) - Intel, azienda di microprocessori statunitense, ha registrato ricavi e profitti in calo nei primi tre mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo del 2020, anche se sono risultati leggermente superiori alle stime degli analisti. I ricavi adjusted sono stati pari a 18,57 miliardi di dollari, contro 17,90 miliardi di dollari previsti e pressoché invariati anno su anno, mentre gli utili per azione adjusted sono stati di 1,39 dollari, contro gli 1,15 attesi dagli analisti (secondo dati Refinitiv) e in diminuzione dell'1% rispetto agli 1,41 del primo trimestre 2020.


Il produttore di chip ha affermato che le vendite di chip per laptop sono state al massimo storico per l'azienda, essendo aumentate del 54% anno su anno, e che le vendite per PC sono aumentate del 38% nel trimestre. Questi risultati sono bilanciati dal fatto che molti di questi laptop e PC sono low-cost e quindi usano chip meno costosi (e quindi meno profittevoli per Intel).

Parlando di "ottimi risultati nel primo trimestre", il neo CEO Pat Gelsinger (che ha assunto l'incarico a febbraio) ha detto che "questo è un anno fondamentale per Intel". "Stiamo ponendo le nostre basi strategiche e investendo per accelerare la nostra traiettoria, traendo vantaggio dalla crescita esplosiva dei semiconduttori che alimentano il nostro mondo sempre più digitale", ha aggiunto.

La nota più negativa dei risultati di Intel è quella relativa al business nei data-center: in questo segmento le vendite sono passate dai 6,99 miliardi di dollari dei primi tre mesi 2020 ai 5,56 miliardi di dollari di questo trimestre. Un anno fa il volume d'affari di questa divisione era aumentano anche grazie al fatto che molte aziende hanno aumentato le loro operazioni sul Cloud con i dipendenti che lavoravano da casa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero