ROMA Per molti dipendenti pubblici la pensione è avvolta dall’incertezza. Non solo quella relativa alla data in cui si potrà effettivamente lasciare il...
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LO SFORZO FINANZIARIO
L’Inps (nel quale dal 2012 è confluita l’Inpdap e quindi la gestione dei dipendenti pubblici) ha ora deciso di porre fine a questa situazione avviando il progetto “Estratto conto dei dipendenti pubblici”. I precedenti tentativi di affrontare il problema con le normali procedure insieme alle amministrazioni coinvolte non hanno raggiunto l’obiettivo e quindi è stata scelta la via di un piano straordinario. Non sarà un lavoro breve e nemmeno facile, tant’è vero che l’orizzonte temporale su cui si sta ragionando è di tre anni, periodo nel quale saranno impegnati in prima linea, accanto ad altri dipendenti dell’istituto, 250-280 lavoratori interinali assunti per l’occasione. Uno sforzo finanziario reso possibile dagli avanzi di gestione accumulati in questi anni di spending review, che permettono un margine di manovra di circa 7 milioni l’anno. Le criticità riguardano in particolare il comparto Difesa e sicurezza (450 mila posizioni da “popolare” per i periodi precedenti al 2012), la scuola, con 595 mila posizioni del ministero dell’Istruzione che dovranno essere popolate e normalizzate, e il ministero della Giustizia in cui si concentra il grosso delle ulteriori 225 mila posizioni da verificare. La situazione risulta invece già sostanzialmente regolarizzata per quanto riguarda enti locali e sanità.
In sintesi, si tratta di acquisire dalle amministrazioni interessate le informazioni relative a retribuzioni e contributi del passato (soprattutto prima del 2005), portarle in formato digitale, controllare errori e incongruenze: la mole di documenti coinvolti per una platea così vasta dà da sola l’idea di quanto il progetto sia impegnativo. Ma poi per ricostruire esattamente le carriere sarà necessario un lavoro ulteriore, esaminare le oltre 400 mila domande di riscatto, ricongiunzione e computo (queste ultime sono quelle che riguardano servizi resi alle dipendenze dello Stato in posizione non di ruolo).
L’ESTRATTO CONTO
Dopo tutti questi passaggi gli interessati riceveranno il proprio estratto conto contributivo e avranno la possibilità di comunicare eventuali precisazioni e variazioni, dialogando con le sedi locali dell’Inps. E a quel punto il lavoro si potrà dire completato con il consolidamento delle posizioni assicurative, che in prospettiva dovrebbe portare due vantaggi rilevanti per gli stessi lavoratori. Il primo è la riduzione dei tempi necessari per l’erogazione della prestazione previdenziale, al momento di lasciare il lavoro, che ha come corollario un minor rischio di veder modificato a posteriori l’importo della pensione. Il secondo riguarda invece il periodo in cui i dipendenti pubblici prestano ancora servizio attivo: come già avviene per quelli privati, sarà più facile per loro farsi un’idea di cosa li attende alla fine della carriera lavorativa in termini di trattamento economico. E quindi fare le scelte conseguenti per quanto riguarda ad esempio il riscatto della laurea o la previdenza integrativa e più in generale prendere le decisioni sulla vita futura con maggiore consapevolezza. Oggi non sempre è possibile, in futuro invece anche il mondo del pubblico impiego potrà accedere al servizio Inps “La mia pensione” che ha già permesso a milioni di lavoratori di dare in anticipo un’occhiata al proprio status futuro di pensionati. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero