(Teleborsa) - La presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, continua a pensare che molti dei fattori trainanti della recente impennata dell'inflazione nella zona...
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La numero uno della BCE ha tirato in ballo anche alcuni effetti sull'IVA, citando il maxi-intervento del governo tedesco che aveva tagliato l'IVA durante la fase più acuta della pandemia. "Riteniamo che ci sarà un ritorno a una maggiore stabilità nell'anno a venire perché molte delle cause dell'aumento dei prezzi sono temporanee", è la conclusione di Lagarde.
Collegando l'inflazione ai colli di bottiglia e ai problemi alle catene di approvvigionamento di tutto il mondo, ha affermato che "le cose andranno a posto man mano che verranno identificate nuove fonti di approvvigionamento". L'energia, invece, sarà una questione che "probabilmente rimarrà con noi più a lungo perché stiamo passando da fonti di energia guidate dall'industria fossile a quelle che aspiriamo a essere fonti molto meno fossili. Quindi questa è una transizione che è in gioco".
Durante l'intervista le è stato chiesto anche del recente articolo in cui il Financial Times ha sostenuto che, durante un incontro a porte chiuse con investitori tedeschi, il Chief Economist Philip Lane ha rivelato che l'istituzione di Francoforte si aspetta di raggiungere il suo obiettivo di inflazione del 2% entro il 2025. Ciò avrebbe suggerito che rialzo dei tassi possa essere in programma già entro il 2023. "Non è affatto la nostra conclusione - e chiunque è libero di trarre le proprie conclusioni sulla base di sentito dire, informazioni di seconda mano, una rapida occhiata a questo o quello", ha risposto Lagarde.
"Ora, naturalmente, se continueremo ad avere una buona politica monetaria in futuro, a un certo punto dovremo raggiungere la soglia del 2%. Perché questo è il nostro lavoro; la stabilità dei prezzi è definita nell'ambito della nostra nuova revisione della strategia con riferimento al segno di inflazione del 2%, che viene identificato per un periodo di tempo - poiché non risponderemo bruscamente, non ci fideremo di un numero. Ma ovviamente crediamo che se la nostra politica monetaria avrà successo, raggiungeremo davvero l'inflazione del 2%", ha spiegato l'ex ministra delle finanze francese.
Sulla vicenda Evergrande e il rischio di effetti a catena sui mercati globali, ha affermato: "Pil momento quello che stiamo vedendo è un impatto e un'esposizione incentrati sulla Cina, e non posso parlare per gli Stati Uniti. Posso dire che per l'Europa l'esposizione diretta è limitata". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero