Bankitalia, Pil 2021 in crescita del 5,1%. Inflazione all'1,3%

Bankitalia, Pil 2021 in crescita del 5,1%. Inflazione all'1,3%
(Teleborsa) - A giugno l'inflazione in Italia è salita all'1,3% ma, al netto di energia e alimentari, la crescita dei prezzi è comunque rimasta molto debole...

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(Teleborsa) - A giugno l'inflazione in Italia è salita all'1,3% ma, al netto di energia e alimentari, la crescita dei prezzi è comunque rimasta molto debole (0,3%) e "non vi è evidenza di rilevanti effetti di ulteriore trasmissione dei costi energetici ai listini di vendita di beni e servizi finali. Inoltre non emergono segnali di incrementi significativi dei salari". La rassicurazione è arrivata dalla Banca d'Italia nel suo Bollettino economico in cui ha previsto che l'inflazione in Italia resterà "contenuta, attorno all'1,3%". Nell'area dell'euro – ha inoltre ricordato l'Istituto – i rincari dei beni energetici hanno indotto un rialzo della crescita dei prezzi che dovrebbe essere temporaneo, mentre la BCE ha ribadito che manterrà a lungo le attuali condizioni monetarie estremamente espansive.



Nel Bollettino la Banca d'Italia ha anche rivisto al rialzo la sua stima per il Pil italiano nel 2021 che potrebbe crescere del 5,1% (a giugno si era fermata al 4,9%) per poi tornare sui livelli pre-pandemia nella seconda metà del prossimo anno. Nel 2022 l'espansione del Prodotto Interno Lordo si dovrebbe situare sul 4,4% (4,5% era la stima di giugno) e nel 2023 rallentare al 2,3% (valore che conferma l'ipotesi di giugno). Le nuove previsioni, hanno spiegato gli analisti di Via Nazionale, "dipendono dalle ipotesi che si consolidi il miglioramento sanitario nazionale e globale, che prosegua il deciso sostegno della politica di bilancio - utilizzando sia risorse nazionali sia i fondi europei - e che si mantengano favorevoli le condizioni monetarie e finanziarie, come prefigurato dal Consiglio direttivo della BCE".


In particolare, le misure di sostegno e rilancio, dalla cui "efficacia e tempestività" dipende "fortemente" lo scenario disegnato dal bollettino, contribuirebbero per quattro punti percentuali alla crescita del PIL nel triennio 2021-2023: di questi, due sono da attribuire al PNRR. Bankitalia ha sottolineato inoltre che "i principali elementi di incertezza rispetto alle proiezioni di crescita sono legati all'evoluzione della pandemia - che può influire su consumi e investimenti -, alla modalità di attuazione dei progetti connessi con il PNRR e alla loro capacità di incidere anche sulla crescita potenziale, nonché alla risposta dei consumatori alle riaperture dell'economia".


A trainare la ripresa "in controtendenza con quanto avvenuto successivamente alle due precedenti recessioni", sarà il forte contributo degli investimenti "che ricomincerebbero a crescere in maniera sostenuta grazie alle prospettive della domanda, alle condizioni favorevoli di finanziamento e al sostegno del PNRR". "In questo scenario – ha precisato la Banca d'Italia – alla fine del triennio il rapporto tra investimenti e PIL si riporterebbe sui livelli prevalenti prima della crisi globale del 2008-09; il peso sul prodotto della componente pubblica tornerebbe, dopo un decennio, in linea con la media europea. Il recupero dei consumi sarebbe più graduale; l' inflazione nel prossimo biennio rimarrebbe contenuta, attorno all'1,3 per cento".
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Il Messaggero