Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di Inarcassa contro il provvedimento con il quale i ministeri vigilanti dell'istituto di previdenza di ingegneri e architetti avevano...
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Il Tar, si legge in una nota di Inarcassa, considerato che l’istruttoria condotta dalla Cassa ha riscontrato e risolto i rilievi delle amministrazioni vigilanti e che gli stessi ministeri non hanno confutato l’esito della verifica effettuata dal consulente del Tribunale, a conferma del rispetto dell’equilibrio di lungo periodo del sistema previdenziale di Inarcassa, ha annullato il provvedimento, condannando i ministeri al pagamento delle spese di giudizio.
“L’incremento al 4,5% costituisce un importante adeguamento del tasso di capitalizzazione - dichiara il presidente Giuseppe Santoro - che Inarcassa calcola sulla variazione media quinquennale del monte redditi degli iscritti. Con nostra grande soddisfazione - prosegue Santoro - il Tar ha legittimato il nostro diritto a porre in atto misure a favore degli iscritti. Viene così confermata la lettura del perimetro e del contenuto dell’autonomia di Inarcassa e, quindi, anche dei limiti dell’esercizio del potere di vigilanza. Ciò - sottolinea il presidente - costituisce un ulteriore passo in avanti a presidio dell’autonomia degli enti previdenziali privati e privatizzati”.
Queste modalità di rivalutazione dei contributi, continua la nota, sono peculiarità del metodo di calcolo contributivo ‘proprio’ di Inarcassa, metodo che consente margini di azione a garanzia della solidarietà e dell’equità infra e inter generazionale. Il passaggio al contributivo non ha modificato infatti il regime di finanziamento del sistema previdenziale della Cassa, che rimane a ripartizione e che consente, sempre nel rispetto della sostenibilità di lungo periodo, importanti interventi, superando il principio di “corrispettività” fra contributi e prestazioni, tipico del metodo contributivo in un finanziamento a capitalizzazione.
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Il Messaggero