Ilva, disgelo con l'indotto ArcelorMittal ha iniziato a pagare le fatture scadute

La sede dello stabilimento ex Ilva a Taranto
Tra i segnali di pace che ArcelorMittal sta inviando è arrivato anche quello nei confronti dell'indotto «L'azienda ha mostrato disponibilità, ha...

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Tra i segnali di pace che ArcelorMittal sta inviando è arrivato anche quello nei confronti dell'indotto «L'azienda ha mostrato disponibilità, ha avviato i pagamenti e sono arrivati i primi bonifici» fa sapere il presidente di Confindustria Taranto, Antonio Marinaro, dopo un incontro con la dirigenza di ArcelorMittal.

In base agli accordi per ora saranno messi in pagamento  «il 70% del fatturato agli autotrasportatori, il 100% delle fatture scadute all'indotto». L'iniziativa dovrebbe porrare alla fine del presidio in atto da alcuni giorni da parte degli autostrasportatori davanti ai cancelli di entrata del siderurgico di Taranto. Sono 150 le aziende che lavorano nell'indotto Ilva, di queste bel il 70%, circa un centinaio, sono mono-committenti.

«I pagamenti degli autotrasportatori sono stati effettuati nella quasi totalità della platea complessiva nella misura del 70% del fatturato, mentre per l'indotto nelle sue varie articolazioni la situazione è diversa. Finora siamo nell'ordine del 50% circa delle imprese interessate ma confidiamo nel soddisfacimento graduale, nelle prossime 24/48ore, della totalità dei fornitori, e in questo caso parliamo del pagamento del 100% delle fatture scadute e non dell'intero fatturato. Prendiamo atto della disponibilità di Arcelor Mittal Italia a sbloccare una situazione che era divenuta insostenibile e confidiamo nel mantenimento degli impegni» dice ancora Marinaro.
A ogni modo - continua il presidente di Confindustria Taranto -  «le imprese  rivendicano una identica valenza di fronte all'azienda siderurgica e respingono la suddivisione operata dalla stessa Ami fra aziende ritenute "strategiche" ed altre non strategiche. Una catalogazione che anche da parte di Confindustria viene ritenuta non accettabile in quanto tutte le nostre aziende sono da ritenersi strategiche, al di là del loro ambito di attività e della loro dimensione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero