Il piano di Renzi: bonus a 100 euro e allargato alle pensioni minime

Il piano di Renzi: bonus a 100 euro e allargato alle pensioni minime
ROMA - Il progetto è sul tavolo della squadra economica di Palazzo Chigi. Per adesso è soltanto una delle ipotesi, tra le varie, del piano di alleggerimento fiscale...

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ROMA - Il progetto è sul tavolo della squadra economica di Palazzo Chigi. Per adesso è soltanto una delle ipotesi, tra le varie, del piano di alleggerimento fiscale che il governo ha intenzione di varare dopo l'estate. Ma, al momento, si tratterebbe anche dell'idea, tra le varie, che più avrebbe suggestionato il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Per varie ragioni. La prima è che è facile da comunicare. La seconda è che già ha funzionato una volta. E, infine, perché il costo non sarebbe insostenibile per le casse dello Stato. Anzi. Così il premier avrebbe chiesto ai suoi uomini più fidati, un approfondimento tecnico. Si tratterebbe, in sostanza, di ritoccare verso l'alto il bonus da 80 euro concesso ai lavoratori dipendenti che guadagnano fino a 26 mila euro lordi l'anno. L'ipotesi che si sta valutando sarebbe quella di far salire la cifra fino a 100 euro. Ma sarebbe soltanto la prima parte del progetto. La seconda prevede che il bonus possa essere allargato anche ai pensionati al minimo, quelli che percepiscono un assegno mensile inferiore a 500 euro. Quanto costerebbe questa doppia opzione? Secondo le stime che circolano a Palazzo Chigi, l'aumento del bonus per i lavoratori dipendenti costerebbe circa 2,4 miliardi, ai quali andrebbero aggiunti un altro paio di miliardi per la misura a favore dei pensionati. In realtà, secondo i calcoli che erano stati fatti al Tesoro quando già si era paventata la possibilità di estendere il bonus ai pensionati al minimo, erano venute fuori cifre più alte, quasi 4 miliardi di euro. Se tuttavia, i conti fossero corretti, il problema di trovare le risorse necessarie non sarebbe insormontabile.


IL MECCANISMO
Il meccanismo, in realtà, lo aveva in qualche modo già anticipato lo stesso Renzi. L'idea sarebbe quella di far slittare il taglio dell'Ires che nel 2017 dovrebbe far tagliare l'aliquota pagata dalle imprese dall'attuale 27,5% al 24%. Si tratta di una misura che è già stata finanziata nei conti pubblici con l'appostazione in bilancio di 3,6 miliardi di euro. A questo punto il Tesoro avrebbe la necessità di trovare soltanto 700-800 milioni per finanziare la misura. Una cifra del tutto abbordabile. «Noi», spiega il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei, «puntiamo ad un sistema che sia sempre più favorevole per i lavoratori che guadagnano redditi bassi e anche medi». Ieri, rispondendo al question time alla Camera dei deputati, il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha ricordato come nel programma nazionale di riforme allegato al Documento di economia e finanza, ci sia scritto che «con le prossime Leggi di bilancio il governo valuterà la possibilità di intervento sull'Irpef nel rispetto finanza pubblica». Padoan nel ricordare le misure già previste dall'ultima legge di Stabilità per il 2016, ha sottolineato anche che «sotto profilo finanziario ulteriori interventi sono oggetto di valutazione riguardo a minori entrate» che ne deriverebbero.

Oltre all'aumento a 100 euro del bonus, sul tavolo, come detto, ci sono anche altre proposte. Come quella del vice ministro dell'economia Enrico Zanetti, di una flat tax della classe media, un'aliquota unica per i redditi che vanno da 27 mila a 75 mila euro. Un'operazione che, tuttavia, avrebbe un costo di circa 10 miliardi. Alleanza Popolare, invece, ha proposto un aumento degli sgravi per i figli, soprattutto per quelli che vanno dal secondo in poi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero