Gronda, nuovo scontro tra Tonielli e Autostrade

Gronda, nuovo scontro tra Tonielli e Autostrade
La Gronda si farà, ma per essere davvero utile dovrà essere diversa dal progetto attuale, che porta la firma di Autostrade per l'Italia. Lo dice il...

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La Gronda si farà, ma per essere davvero utile dovrà essere diversa dal progetto attuale, che porta la firma di Autostrade per l'Italia. Lo dice il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli che, con una mossa sul filo di lana della crisi politica, pubblica l'analisi costi-benefici sulla futura bretella che dovrebbe alleggerire il traffico su Genova. Un documento su cui si apre un nuovo scontro con la società dei Benetton, che parla di un'analisi piena di

«errori», il cui effetto sarebbe solo quello di ritardare l'opera. Ma contro lo stop si alza un fronte compatto, dai
sindacati alle istituzioni locali, con in testa Confindustria che bolla il tentativo di comprometterla come «irresponsabile».

L'analisi costi-benefici, pubblicata sul sito del Ministero, non boccia apertamente il progetto di Aspi, ma lo confronta con altre alternative progettuali e conclude: meglio perseguire «opzioni più efficienti». E calcola anche che il mancato avvio del progetto Aspi costerebbe (di risarcimento per i lavori finora svolti) almeno 1 miliardo. La lettura politica dell'analisi la dà poi il ministro: «La Gronda si farà e grazie al lavoro istruttorio del Mit sarà realizzata nei termini in cui è davvero utile a Genova e a tutti i cittadini italiani», dice Toninelli, sferrando anche affondo contro la Lega («taccia dopo l'harakiri»). Tradotto: non con il progetto di Aspi.

Dura la reazione della società, che per quest'opera da 4,3 miliardi ha già effettuato il 92% di espropri e bandito gare per 700 milioni e attende solo l'ok politico sul progetto definitivo per poter aprire i cantieri. L'analisi contiene «errori macroscopici, soluzioni tecniche irrealizzabili, valutazioni dei dati del tutto arbitrarie», evidenzia la controllata di
Atlantia, riservandosi l'avvio di azioni legali. L'unico effetto sarebbe di «ritardare ulteriormente la realizzazione
dell'opera», attacca Aspi, spiegando che qualunque modifica farebbe ripartire tutto da zero, con uno slittamento di 6-10 anni.

Toni «inaccettabili», replicano fonti del Mit, che ricordano alla concessionaria come sia venuto meno uno degli elementi fondamentali su cui si basa il progetto di Aspi, il ponte Morandi: «Basterebbe questo a rendere indispensabile la revisione del suo progetto».

Ma a difendere l'attuale progetto sono in molti. Per Confindustria, «in un momento così delicato per il Paese», il
tentativo di compromettere un progetto come la Gronda «strategico e vitale» appare «illogico e irresponsabile». Il

presidente della Liguria parla di «relazione patacca» e insieme al sindaco di Genova Marco Bucci avverte che lo stop sarebbe un «danno gigantesco» per la città e la regione. Preoccupati i sindacati, che parlano di 10 mila posti a rischio. La Lega, con l'ex viceministro Edoardo Rixi, dice basta alle manipolazioni: tutto è pronto, i cantieri devono partire senza più rinvii.


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Il Messaggero