Grecia, l'Europa trova l'accordo: programma di aiuti da oltre 80 miliardi. Lo spread precipita, le Borse salgono

Grecia, l'Europa trova l'accordo: programma di aiuti da oltre 80 miliardi. Lo spread precipita, le Borse salgono
La Grexit è evitata, ma la Grecia non è ancora salva. Per ottenere il via libera definitivo agli 82-86 miliardi di aiuti deve superare un 'test' di fiducia: entro 48 ore...

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La Grexit è evitata, ma la Grecia non è ancora salva. Per ottenere il via libera definitivo agli 82-86 miliardi di aiuti deve superare un 'test' di fiducia: entro 48 ore deve approvare in Parlamento quattro riforme, tra cui Iva e pensioni.




Ora tocca ai deputati di Syriza, già in rivolta, rispettare la tabella di marcia indicata dall'Eurosummit, che non ammette ritardi. Mercoledì stesso, dopo il voto del Parlamento greco, si riunirà un nuovo Eurogruppo per giudicare il lavoro dei deputati e venerdì sull'intesa voterà il Bundestag. L'ok a negoziare il terzo salvataggio all'Esm si avrà quindi solo a fine settimana. L'accordo per avere gli aiuti è costato molto a Tsipras, più di quanto credesse dopo l'euforia post-referendum. È stato costretto ad accettare il 'catalogo delle atrocita«, come l'ha definito lo Spiegel oggi: dal ritorno della Troika alla cessione di asset pubblici per rimborsare i creditori, difendendo quel poco di positivo che ha ottenuto e che può provare a vendersi a casa. Come l'apertura sul 'riscadenzamento' del debito, una misura che sarà considerata solo una volta che saranno rispettate tutte le condizioni.



Tsipras ha lottato per 17 ore, soprattutto contro la Germania di Angela Merkel e Wolfgang Schaeuble, ma la sua posizione dopo il referendum era drasticamente più debole.
«L'avevo detto che sarebbe uscito indebolito», spiega il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker, che non vede nè vincitori nè vinti in questa partita finita all'alba del giorno dopo e giocata nel vertice più lungo che la storia europea ricordi.



Un plauso all'operato di Tsipras e dell'Eurogruppo arrivava dal Papa:
«I governanti greci che hanno portato avanti questa situazione di debito internazionale hanno anche una responsabilità. Col nuovo governo greco si è andati verso una revisione un pò giusta», ha commentato Papa Francesco auspicando una soluzione dal volo da Asuncion.



Sul tavolo il premier si è trovato un documento durissimo dell'Eurogruppo, che lo costringeva anche a fare retromarcia su tutte le misure di sollievo alla popolazione approvate in questi mesi. Oppure, a scegliere una 'Grexit' temporanea. Dopo una notte di trattativa, le rinunce vengono ridotte ma restano i capisaldi dell'austerità: dall'abolizione della contrattazione collettiva alla reintroduzione dei licenziamenti collettivi. E la condizione più umiliante di tutte: creare un fondo dove confluiranno asset pubblici da vendere o monetizzare, per arrivare ad un fondo da 50 miliardi, da cui attingere per pagare il debito Esm.



In pratica i creditori prestano aiuti ma chiedono un'ipoteca in beni dello Stato. Berlino voleva che il fondo avesse sede in Lussemburgo, Francia e Italia si sono opposte: »Sarebbe stata un'umiliazione«, per il premier Matteo Renzi. L'accordo sulla 'road map' per arrivare all'apertura dei negoziati con il fondo salva-Stati Esm per il terzo salvataggio è solo una tappa transitoria, che non risolve il problema delle necessità finanziarie di Atene nell'immediato.



L'Eurogruppo infatti sta già lavorando a un 'prestito ponte' per consentire alla Grecia di pagare i debiti con il Fmi e Bce di luglio e agosto, cioè 12 miliardi di euro. Ma anche questa non è cosa facile:
«La questione del prestito ponte è molto complessa e ancora non abbiamo trovato la chiave», ha detto il presidente Jeroen Dijsselbloem, rieletto per un secondo mandato alla guida del'Eurogruppo. I negoziati proseguiranno domani all'Ecofin. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero