Google di nuovo nel mirino dell'Antitrust Ue per il servizio di ricerca lavoro

Google di nuovo nel mirino dell'Antitrust Ue per il servizio di ricerca lavoro
Dopo avere subito multe per complessivi 9,5 miliardi di dollari dall'Unione europea, Google è di nuovo nel mirino di Bruxelles. In questo caso sotto accusa...

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Dopo avere subito multe per complessivi 9,5 miliardi di dollari dall'Unione europea, Google è di nuovo nel mirino di Bruxelles. In questo caso sotto accusa c'è Google for Jobs, il suo servizio di ricerca di lavoro


La commissione ha avviato una indagine preliminare per verificare se Google non stia abusando della sua posizione dominante per favorire il suo servizio a spese dei suoi concorrenti. «Per quanto riguarda Google Jobs, la nostra indagine preliminare continua», ha detto un portavoce dell'esecutivo dell'Ue. Google è già stato sanzionato tre volte da Bruxelles, ogni volta per abuso di posizione dominante: a giugno 2017 per il suo servizio Google Shopping (2,42 miliardi di euro di multa), a luglio 2018 con il suo sistema operativo gratuito per smartphone Android (4,34 miliardi di euro) e nel marzo 2019 per la sua rete pubblicitaria AdSense (1,49 miliardi di euro). 

Il dubbio della Commissaria Margrethe Vestager, il cui mandato scadrà a ottobre, è dunque che quella funzione pecchi delle stesse pratiche anticompetitive del servizio di shopping. «Stiamo studiando se la stessa cosa sia successa in altre parti delle attività di Google, come il business delle ricerca di lavoro chiamato Google for Jobs», ha detto Vestager.

Un portavoce di Google ha fatto sapere che «trovare lavoro può essere difficile quindi lavoriamo con chi offre lavoro per creare una migliore esperienza su Search. Chiunque offre lavoro - da un datore di lavoro individuale a piattaforme di annunci - può usare questa funzione e molti di loro hanno visto un aumento significativo del numero di domande di lavoro ricevute. Dal lancio, abbiamo compiuto varie modifiche per tenere conto dei feedback dell'Europa».

L'inchiesta, seppur ancora in fase preliminare, sembra sia scattata su richiesta di 23 siti di annunci di lavoro europei.

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Il Messaggero