Tria all'Ecofin: «Resta impegno sullo 0,3%: forse piccola deviazione»

Tria all'Ecofin: «Resta impegno sullo 0,3%: forse piccola deviazione»
Riduzione del deficit strutturale e contenimento del debito «non rispondono solo al problema discussione con l'Ue ma a percorsi che l'Italia deve seguire nel proprio...

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Riduzione del deficit strutturale e contenimento del debito «non rispondono solo al problema discussione con l'Ue ma a percorsi che l'Italia deve seguire nel proprio interesse, considerando che è un'economia aperta che si muove su mercati finanziari globali. Il vero vincolo al nostro operare è dettato da questo, non da regole della Commissione Ue. Ovviamente rispettarle è segnale positivo che rafforza la fiducia che dobbiamo avere sui mercati»: lo ha detto il ministro dell'economia Giovanni Tria.


Tria ha spiegato che «se il nostro debito è totalmente sostenibile, questo lo sanno tutti gli economisti e coloro che fanno stime, ma come spesso dico l'importante è che i mercati credano a queste stime, perché i problemi delle aspettative e dei comportamenti irrazionali dei mercati sono importanti e dobbiamo tenere conto di questo».

Con i commissari Ue e all'Eurogruppo «non si è entrati nella discussione sui margini perché l'intenzione del Governo è portare avanti il programma nel percorso di riduzione del debito e di coerenza del consolidamento fiscale, quindi prima di parlare di margini dobbiamo far stime e vedere se abbiamo bisogno di margini». 

Per il 2018 che «i giochi sono fatti» perché è quasi finito, «ci muoveremo su interventi strutturali che non hanno costi ma sono importantissimi come far decollare gli investimenti pubblici - ha spiegato -  L'intenzione è cercare di rispettare l'impegno dello 0,3%, si stanno facendo dei calcoli che una piccola deviazione dall'impegno, che la Commissione già si aspetta, deriverebbe dal fatto che lo 0,3% dipende da un quadro macroeconomico favorevole, naturalmente ora c'è un rallentamento in tutta la Ue, ci possono essere piccole deviazioni», ma «nella sostanza delle linee economiche non cambiano».



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Il Messaggero