Aspi, dai droni ai sensori legati all’IA: il digitale per opere più green

Nel “laboratorio” ligure di Autostrade per l'Italia in campo anche il machine learning per un traffico più fluido

Aspi, dai droni ai sensori legati all’IA: il digitale per opere più green
Il tunnel subportuale di Genova è solo un esempio del nuovo modo di concepire le infrastrutture per la mobilità su gomma in ottica più sostenibile. Con...

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Il tunnel subportuale di Genova è solo un esempio del nuovo modo di concepire le infrastrutture per la mobilità su gomma in ottica più sostenibile. Con l’obiettivo di ridurre il gap ambientale rispetto al trasporto intermodale (quello con vari mezzi di trasporto, come i treni, riducendo le emissioni di CO2 del 55%). Oggi il 90% delle merci e l’85% delle persone viaggiano su gomma. Ma per provare a portare questa forma di mobilità nel futuro, in linea con i target europei, oltre agli interventi di ammodernamento della rete stradale, è fondamentale l’uso delle nuove tecnologie. Il digitale, infatti, può offrire una migliore esperienza di viaggio, aumentando gli standard di sicurezza e tagliando le emissioni inquinanti.

LE SPERIMENTAZIONI

Con un traffico più fluido può calare l’impatto ambientale, migliorando la qualità dell’aria e diminuendo l’anidride carbonica che poi finisce nell’atmosfera. E in tal senso la Liguria, secondo Autostrade per l’Italia, è diventata un vero e proprio laboratorio. Nella Regione, con i suoi 516 tra ponti e viadotti (circa il 26% dell’intera rete nazionale Aspi) e le sue 285 gallerie (il 48% del totale a livello nazionale), è avvenuta la gran parte delle sperimentazioni hi-tech dell’azienda: dall’impiego delle tecnologie avanzate allo sviluppo di strumenti innovativi per gestire la viabilità. Soluzioni che nei prossimi mesi e anni saranno estese ai cantieri più impattanti lungo tutta la rete, con 3mila chilometri totali, su cui ogni giorno transitano 4,6 milioni di persone. Vengono così utilizzati dei droni per controllare i tratti autostradali lungo i quali non ci sono telecamere. È il programma “Falco”, realizzato in collaborazione con Movyon, il centro per la ricerca e l’innovazione del gruppo. In questo modo si osservano l’esatta estensione delle code, lo stato della pavimentazione e del verde, il passaggio di trasporti eccezionali e lo stato dei lavori nei cantieri, anche di notte, quando i droni usano telecamere termiche e a infrarossi. E a proposito di code, sempre dalla Liguria è partito un progetto che, attraverso l’analisi di dati in tempo reale e l’elaborazione di modelli predittivi, stima i tempi di percorrenza e prova a ottimizzare la pianificazione degli interventi. Per valutare l’impatto dei cantieri sull’autostrada sono quindi in campo l’Intelligenza artificiale e il Machine Learning, con 900 sensori in tutta la Regione che raccolgono un’enorme mole di dati. Sui flussi di veicoli, la velocità e le condizioni meteorologiche, prevedendo anche i flussi futuri, identificando potenziali code e suggerendo eventuali deviazioni, con l’obiettivo di garantire una circolazione fluida e la riduzione delle emissioni in aria. In via sperimentale, poi, nei cantieri dell’autostrada A26, tratto complesso per mole e tipologia di lavorazioni, è attivo il Road Zipper System, che permette la rimodulazione delle carreggiate in tempo reale (creandone di nuove nella direzione in cui il flusso è più intenso), conciliando la continuità dei lavori con le esigenze della viabilità. In questa fase di test i tempi di attraversamento dei cantieri, secondo l’azienda, si sono ridotti fino al 50%.

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Il Messaggero