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Nuovo stop parziale in vista per le forniture di gas dalla Russia. Da domani il gigante energetico russo Gazprom ha annunciato che il flusso del gasdotto Nord Stream 1 nel mar Baltico verrà ridotto al 20% della capacità totale che è pari a 33 milioni di metri cubi al giorno.
Una notizia che ha fatto schizzare in alto il prezzo del combustibile, con un rialzo del 10% a 176 euro al megawattora. In questo momento il prezzo dei future ad Amsterdam sale dell'8,8% a 174 euro.
Il motivo, secondo quanto riportato dalla compagnia, sarebbe il fermo per riparazione di un'altra turbina, dopo la manutenzione già effettuata nelle scorse settimane che aveva già causato alcune interruzioni al flusso.
La guerra del gas
La notizia arriva dopo lo stopp delle scorse settimane: dall'11 luglio per 10 giorni il flusso di gas era stato totalmente interrotto a causa della riparazione di una turbina. Dopo l'arrivo di una "turbina sostitutiva" dal Canada la fornitura era però regolarmente ripresa. Ora la notizia di un nuovo stop che sembra profilare all'orizzonte le paure di Berlino, ovvero che dietro "le manutenzioni" si nasconda la volontà russa di far valere il proprio ruolo di fornitore strategico di energia e mettere in difficoltà l'Europa, allungando, con delle scuse i tempi di manutenzioni ordinarie.
L'Ue: preparati a scenario peggiore
«Servono unità e solidarietà» e attraverso il piano per la riduzione della domanda «ci prepariamo allo scenario peggiore». È quanto sottolinea un alto funzionario Ue alla vigilia del Consiglio Affari Energia che, in via straordinaria, si riunirà domani. La presidenza di turno della Repubblica Ceca, aggiunge la stessa fonte, punta «ad un'intesa politica domani». «Sappiamo che abbiamo gli occhi del mondo su di noi, non c'è un piano B. Domani è un 'all-in'», sottolinea.
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