Fondo Monetario: «Per proteggere la crescita navighiamo insieme»

Fondo Monetario: «Per proteggere la crescita navighiamo insieme»
NEW YORK – Un invito a “navigare fianco a fianco”, a evitare di “andarsene alla deriva”, perché solo insieme “si può essere...

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NEW YORK – Un invito a “navigare fianco a fianco”, a evitare di “andarsene alla deriva”, perché solo insieme “si può essere forti”. Christine Lagarde non ha nascosto la preoccupazione che l’economia mondiale possa correre dei rischi: “Ci sono nuvole all’orizzonte” ha detto la direttrice generale del Fondo Monetario durante una conferenza stampa. Alla chiusura del summit annuale, tenutosi nell’isola indonesiana di Bali, Lagarde ha espresso quello che evidentemente era il suo timore di fondo, e cioè che le istituzioni globali non abbiano la “coesione” necessaria per affrontare insieme le possibili tempeste che quelle “nuvole” portano con sé. Tuttavia, i lavori si sono conclusi con un documento collettivo in cui il Fondo si impegnava ad “agire prontamente per promuovere politiche e riforme intese a proteggere l’espansione e a mitigare i rischi”. Il documento ha identificato il rischio in un cocktail di tendenze negative che corrono in parallelo, “le incertezze politiche, il livello del debito storicamente elevato, il limitato spazio di manovra”, tutti elementi che possono “minare la fiducia e le prospettive d crescita”.


Il presidente dell’Indonesia, Joko Widodo, salutando i membri del Fondo ha rilevato come “le relazioni fra le principali economie somiglino sempre di più a quelle che vediamo (nello spettacolo) il Trono di Spade”. Widodo ha ammonito che “tutti finiremo per pagare un prezzo tragico”. Era chiaro che il presidente indonesiano si stava riferendo soprattutto alla guerra commerciale fra Cina e Usa, che è stata al centro dell’attenzione dei lavori. Sia i membri del Fondo Monetario che quelli della Banca Mondiale, che vari leader internazionali, hanno pregato Washington e Pechino di “attenuare i toni”. Finora i due Paesi hanno elevato dazi su merci del valore totale di 360 miliardi di dollari, e non sembra che abbiano finito. Tuttavia proprio durante i lavori del Fondo sono arrivate delle rassicurazioni sui rischi di escalation della contesa nel campo valutario. Il ministro del Tesoro Usa Steve Mnuchin ha detto di aver ricevuto rassicurazioni personalmente dal governatore della Banca Centrale cinese, Yi Gang. Questi ha poi pubblicamente espresso l’impegno a mantenere lo yuan “stabile”, parole che sono sembrate indicare un desiderio di evitare l’infuocarsi dello scontro con gli Usa, nonostante abbia indirettamente criticato Trump ricordando che “il protezionismo e le tensioni commerciali costituiscono un grave rischio per l‘economia mondiale”.

Dal canto suo Mnuchin ha buttato acqua sulle teorie che la Cina possa ricorrere a una vendita di massa del suo ricchissimo portafogli di buoni del Tesoro Usa: “Non ci perdo il sonno” ha detto Mnuchin che ha piuttosto ribadito la sua preoccupazione per un “ribilanciamento” dello scambio commerciale con la Cina effettuato con “impegni significativi”. Quasi a rispondere a queste parole, Yi Gang a sua volta ha detto in una conferenza stampa che la Cina sarebbe “pronta a collaborare” contro il protezionismo, “per rendere la globalizzazione economica più aperta, inclusiva, bilanciata e benefica per tutti”.


Nonostante questi toni possibilisti da parte cinese, prima di lasciare Bali, Mnuchin non è stato in grado di confermare se Donald Trump e il presidente Xi Jinping si incontreranno a quattr’occhi al G20 del mese prossimo in Argentina: “E’ il presidente che deciderà. E non credo che siano state prese decisioni in tal senso”. L’incontro è da molti considerato necessario per ritrovare un’armonia fra i due Paesi, anche considerato che l’ultimo round di negoziati, lo scorso settembre, è stato cancellato e da allora Washington e Pechino non stanno portando avanti nessun negoziato. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero