FMI alza stime crescita Eurozona, Italia e USA

FMI alza stime crescita Eurozona, Italia e USA
(Teleborsa) - Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al rialzo le stime di crescita dell'Eurozona, per il 2018, citando "una domanda interna più forte delle attese, una...

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(Teleborsa) - Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al rialzo le stime di crescita dell'Eurozona, per il 2018, citando "una domanda interna più forte delle attese, una politica monetaria di sostegno e prospettive migliorate per la domanda esterna".


Il fondo riconosce la Spagna, tra le principali economie a correre più di tutte: atteso un PIL in aumento del 2,8% nel 2018 e del 2,2% nel 2019, dopo un +3,1% nel 2017.

Nel World Economic Outlook, il rapporto sull'economia globale che l'FMI ha redatto nell'ambito degli Spring Meetings, l'economia dell'Eurozona è attesa in espansione del 2,4% contro il +2,3% registrato nel 2017 e superiore di 0,2 punti rispetto alle stime rilasciate lo scorso gennaio. Per il 2019 è previsto un +2%.

Promossa anche l'Italia. Migliorano leggermente le prospettive del Fondo che stima una crescita dell'1,5%, per il 2018, e dell'1,1% per il 2019. Si tratta di stime alzate di 0,1 punti rispetto alle indicazioni fornite lo scorso gennaio. L'FMI avverte, tuttavia, che "l'incertezza politica fa aumentare i rischi per l'attuazione delle riforme o la possibilità di modifiche all'agenda delle politiche" previste.

Riviste al rialzo le stime USA su taglio tasse Trump. L'FMI ha ritoccato all'insù anche le previsioni degli Stati Uniti per quest'anno e l'anno prossimo, grazie all'effetto del taglio delle tasse voluto dal presidente Donald Trump. Il PIL statunitense è atteso in progresso del 2,9% nel 2018 e del 2,7% nel 2019, dopo un +2,3% del 2017. Si tratta di una revisione di 0,2 punti percentuali in entrambi i casi. L'istituto di Washington avverte tuttavia che dal 2022 la crescita rallenterà.

La politica monetaria BCE resterà molto accomodante. Il fondo guidato da Christine Lagarde crede che nell'Eurozona, come in Giappone, la politica monetaria "resterà molto accomodante". Il sostegno monetario continuo - spiega il Fondo - è "necessario fino a quando l'inflazione non salirà stabilmente verso gli obiettivi delle due banche centrali". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero