Fisco, CGIA: Quasi 9 euro su 10 vengono prelevati dallo Stato centrale

Fisco, CGIA: Quasi 9 euro su 10 vengono prelevati dallo Stato centrale
(Teleborsa) - Sebbene oltre la metà della spesa pubblica italiana sia in capo a Regioni ed enti locali, le tasse degli italiani continuano in massima parte a confluire nelle...

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(Teleborsa) - Sebbene oltre la metà della spesa pubblica italiana sia in capo a Regioni ed enti locali, le tasse degli italiani continuano in massima parte a confluire nelle casse dello Stato centrale. Nel 2019, ad esempio, l'85,4% del totale del gettito tributario è stato prelevato dall'erario: praticamente 441,4 miliardi su un totale di 516,6. Per contro, agli enti periferici sono andate le "briciole": praticamente poco più di 75 miliardi, pari al 14,6 per cento del totale. A segnalarlo è l'Ufficio studi della CGIA.


"Uno squilibrio, quello tra entrate e centri di spesa, che dimostra ancora una volta come l'Amministrazione pubblica centrale sia sempre più arroccata su una posizione di difesa del proprio ruolo di intermediazione – segnala l'Ufficio Studi –. Le Amministrazioni locali, che gestiscono una quota di spesa pubblica superiore a quella delle Amministrazioni centrali in virtù del trasferimento di funzioni e competenze avvenuto circa due decenni fa, continuano a dipendere in buona misura dalle coperture finanziarie che arrivano da Roma. Tuttavia, i tempi di erogazione da parte dello Stato centrale non sempre sono velocissimi, anzi".


CGIA segnala che a fronte del risultato emerso da questa elaborazione, appare necessario approvare in tempi ragionevolmente brevi la legge sull'autonomia differenziata chiesta a gran voce da molte Regioni. In altre parole vanno trasferite funzioni e competenze agli enti periferici che, a loro volta, devono poter contare su risorse proprie che dovranno essere "recuperate" trattenendo sul territorio buona parte delle tasse versate dai contribuenti. "Solo avvicinando i centri di spesa ai cittadini si potrà rispondere meglio alle esigenze di questi ultimi, rendendo gli amministratori locali più responsabili e più virtuosi – sottolinea la relazione – Naturalmente le aree del paese più in ritardo dovranno essere aiutate economicamente da quelle che non lo sono: la solidarietà tra territori costituirà il collante di questo cambiamento epocale. Tutto ciò con l'obbiettivo di abbassare il carico fiscale generale e conseguentemente migliorare i conti pubblici, esaltando così il principio del "vedo, pago e voto". Una riforma, quella dell'autonomia, che ridisegnerà il fisco in senso federale attraverso la riscrittura di 3 passaggi fondamentali: dal centro alla periferia, dalle persone alle cose e dal complesso al semplice". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero