(Teleborsa) - L'Ufficio Studi della CGIA ha calcolato che nei primi 10 mesi di quest'anno il fisco italiano ha incassato 57 miliardi di euro in più rispetto allo stesso periodo...
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Secondo l'Ufficio Studi, l'extragettito non sarebbe frutto di un inasprimento fiscale, ma della combinazione di tre aspetti congiunturali distinti: un forte aumento dell'inflazione, che ha fatto salire le imposte indirette; il miglioramento economico e occupazionale avvenuto nella prima parte dell'anno; la cancellazione di agevolazioni per il 2022.
"Oltre a queste tre specificità, va altresì considerato che a partire da marzo di quest'anno le famiglie italiane percepiscono l'assegno unico, misura che ha sostituito le "vecchie" detrazioni per i figli a carico. Questa novità (a parità di condizioni) ha delle evidenti implicazioni sul calcolo della pressione fiscale. Se le detrazioni riducevano l'IRPEF da versare al fisco, la loro abolizione ha incrementato il gettito fiscale complessivo annuo di circa 8,2 miliardi di euro. Ricordiamo che, ora, le risorse per erogare l'assegno unico vengono contabilizzate nel bilancio statale come uscite", si legge nella nota della CGIA che segnala però come manchino all'appello quasi 8 miliardi di euro.
"Con la tassa sugli extraprofitti applicata alle imprese energetiche dal Governo Draghi, nel 2022 l'erario doveva incassare complessivamente 10,5 miliardi di euro. Dopo il saldo del 30 novembre scorso, invece, nelle casse dello Stato sono "arrivati" solo 2,7 miliardi di euro. Pertanto, tra i 57 incassati provvisoriamente in più quest'anno mancano sicuramente all'appello altri 7,8 miliardi di euro", sottolinea l'Ufficio Studi di CGIA.
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Il Messaggero