In Italia le imprese perdono 238 ore l'anno per pagare le tasse

In Italia le imprese perdono 238 ore l'anno per pagare le tasse
Non solo il peso economico delle tasse, ma anche le ore che la burocrazia fiscale ci fa perdere per pagarle: 238 ore l'anno, 79 ore in più rispetto alla media dei Paesi...

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Non solo il peso economico delle tasse, ma anche le ore che la burocrazia fiscale ci fa perdere per pagarle: 238 ore l'anno, 79 ore in più rispetto alla media dei Paesi Ocse. L'Italia fiscale sta messa veramente male. La denuncia arriva dal segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli, intervenuto oggi, a nome di Rete Imprese Italia, all'audizione conoscitiva sul processo di semplificazione del sistema tributario presso la Commissione Finanze e Tesoro del Senato. «Oggi l'Italia - dice Fumagalli -  oltre ad essere in testa nell'Ue per la pressione fiscale, mantiene il record negativo anche per la burocrazia fiscale: per pagare le tasse servono 238 ore l'anno, 79 ore in più rispetto alla media dei Paesi Ocse. Ridurre le complessità e il peso degli oneri fiscali è condizione fondamentale per accompagnare lo sviluppo delle imprese. Il sistema fiscale italiano - accusa - è farraginoso e barocco, una vera e propria giungla: va ripensato anche in funzione del tessuto economico del Paese composto per il 98 per cento da micro e piccole imprese». 


Secondo i rappresentanti di Rete Imprese Italia la semplificazione del sistema tributario non può limitarsi ad interventi spot ma deve basarsi su alcuni capisaldi: il riordino in testi unici di tutte le disposizioni fiscali per tipologia di soggetto, la stabilità delle disposizioni che impongono adempimenti fiscali, la non retroattività delle disposizioni tributarie e la "costituzionalizzazione" dello Statuto del contribuente, l'accorpamento dei tributi che fanno riferimento alla medesima base imponibile, come Imu e Tasi e Irap. Inoltre, a giudizio di Rete Imprese Italia, dopo che con il passaggio dalla fatturazione cartacea a quella elettronica le imprese hanno dimostrato capacità di adattamento alle innovazioni tecnologiche che permettono un controllo puntuale delle singole posizioni dei contribuenti, tocca al ora Fisco mostrare analogo impegno abrogando o rimodulando una serie di norme che, nel corso degli ultimi anni, hanno creato danni finanziari alle imprese. Il riferimento è al regime Iva dello split payment e del reverse charge e alla ritenuta applicata sui bonifici che danno diritto a detrazioni d'imposta.
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Il Messaggero