Findus apre le porte allo smartworking: un giorno al mese si potrà lavorare da casa

Findus apre le porte allo smartworking: un giorno al mese si potrà lavorare da casa
Anche in Findus, l'azienda leader nei surgelati, arriva lo smartworking, una tendenza che si sta sempre più diffondendo tra le aziende italiane. Per ora ne...

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Anche in Findus, l'azienda leader nei surgelati, arriva lo smartworking, una tendenza che si sta sempre più diffondendo tra le aziende italiane. Per ora ne potranno usufruire, in via sperimentale, tutti i dipendenti della sede di Roma (oltre 100) che avranno la possibilità per un giorno al mese di lavorare da casa. Ma è solo un primo passo. «Nei prossimi mesi - si legge  in un comunicato - l'azienda  valuterà  come ampliare numeri e tempi del lavoro agile».


L'introduzione dello smartworking 
«risponde ad una crescente richiesta di responsabilizzazione e fiducia reciproca che abbiamo riscontrato nella popolazione aziendale. Ci aspettiamo ritorni positivi in termini di ‘worklife balance’. L’opportunità di evitare il viaggio e molto spesso il traffico per recarsi in ufficio consente un notevole risparmio, sia in termini di costi che di tempo, ma anche in termini di sostenibilità ambientale» dice Valerio Vitolo, direttore Risorse umane e legale di Findus Italia e Nomad Foods Sud Europa.

 In effetti, secondo recenti studi, si è visto che gli smart worker si distinguono per una maggiore produttività (+15%), maggiore soddisfazione per il proprio lavoro e maggiore padronanza di competenze digitali rispetto agli altri lavoratori. In tutta Italia , secondo i dati dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, ormai sono oltre 300.000  i lavoratori interessati dallo smart working con uno o più giorni al mese  di lavoro da remoto. Rispetto al 2016 si è verificato un incremento del 14%. Rispetto al 2013 siamo addirittura ad un aumento  del 60%. Per ora lo smart working sembra più gradito dalle grandi aziende: i progetti attivati infatti riguardano il 36% delle grandi aziende e solo il 7% delle  piccole e medie. Insomma c'è ancora ampio spazio per aumetare l'incidenza di questa tipologia di lavoro. 


I lavoratori flessibili sono tendenzialmente soddisfatti del proprio lavoro, solo l’1% si lamenta, contro il 17% dei lavoratori tradizionali, il 50% è pienamente soddisfatto delle modalità di organizzare il proprio lavoro (22% per gli altri), il 34% ha un buon rapporto con i colleghi e con il capo (16% per gli altri).  L’Osservatorio stima l’incremento di produttività per un lavoratore in smart working nell’ordine del 15%. Proiettando l’impatto a livello complessivo di sistema Paese, considerando almeno 5 milioni di lavoratori che potrebbero fare smart working, l’incremento della produttività media del lavoro in Italia si può stimare intorno ai 13,7 miliardi di euro.




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Il Messaggero