Fed torna alla strategia del "wait and see" per aumento rischi stabilità

Fed torna alla strategia del "wait and see" per aumento rischi stabilità
(Teleborsa) - Crescono i rischi che minano la stabilità finanziaria globale rendendo il futuro molto più incerto costringendo la Fed a tornare ad una strategia del "wait and...

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(Teleborsa) - Crescono i rischi che minano la stabilità finanziaria globale rendendo il futuro molto più incerto costringendo la Fed a tornare ad una strategia del "wait and see" (attendi ed osserva) dopo l'avvio di una exit strategy nel 2018 che le ha consentito di operare ben quattro rialzi dei tassi. Strategia attendista che si traduce sostanzialmente in un nulla di definito in termini di tassi d'interesse e di politica monetaria, che verrà "aggiustata" caso per caso, guardando all'evolversi della situazione dell'economia globale e dei mercati finanziari.


E' questo in estrema sintesi quello che il Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, dirà alla Commissione bancaria del Senato USA (martedì 27 febbraio) ed alla Commissione finanze della Camera (mercoledì 28 febbraio), nella sua conueta relazione di metà anno al Congresso sulla politica monetaria.

"La volatilità dei mercati finanziari e le crescenti preoccupazioni sulla crescita globale hanno reso la misura e la tempistica dei futuri aumenti dei tassi più incerti rispetto a prima", si legge nella bozza del discorso preparato per Capitol Hill.

Ma quali sono i fattori di rischio che la Fed ha individuato? Innanzi tutto ci sono le tensioni commerciali fra USA e Cina, sebbene le trattative in corso abbiano registrato di recente qualche progresso. Poi, c'è la questione del rallentamento dell'economia globale ed il maggiore "stress" che colpisce le economie emergenti, in particolare appunto la Cina.

Fra i fattori di rischio c'è anche la Brexit, in particolar modo l'ipotesi di un'uscita dall'Unione Europea senza accordo (scenario No Deal). A causa del verificarsi di questo scenario - dirà Powell al Congresso - "non ci sarà alcun periodo di transizione per gli scambi e le altre interazioni finanziarie" e quindi "una vasta gamma di attività economiche e finanziarie potrà essere interrotta".


Powell citerà fra i fattori di rischio anche le incertezze e tensioni politiche, con un chiaro riferimento alla rinascita dei nazionalismi e con un palese accenno alla "questione italiana". E' la seconda volta in tre mesi che la Fed fa un richiamo all'Italia quale ulteriore fattore di rischio della stabilità finanziaria, la prima nel suo intervento all'Economic Club di New York. La situazione dell'Italia - sottolineerà - potrebbe avere impatti negativi sulla crescita dell'Eurozona al pari della Brexit a causa dei negoziati "protratti" con l'Ue sulla questione delle finanze pubbliche e della "crescita che si è contratta". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero