Fase 2, la task force del Ministero dell'Innovazione: «Ridurre l'orario di lavoro a salario invariato e turni»

Ridurre l'orario di lavoro a salario invariato con l'aiuto dello Stato: è l'indicazione della task force istituita dal Ministero dell'Innovazione...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ridurre l'orario di lavoro a salario invariato con l'aiuto dello Stato: è l'indicazione della task force istituita dal Ministero dell'Innovazione nella relazione sull'impatto economico. «La necessità di garantire il distanziamento assieme alla difficoltà di svolgere il lavoro utilizzando protezioni (guanti, mascherine, etc.) suggeriscono una riduzione sostanziale dell'orario di lavoro», con «turni». Così la task force istituita dal ministero dell'Innovazione nella relazione sull'impatto economico. «Tale riduzione dovrebbe avvenire a salario invariato con un contributo dello Stato (si noti che questo costa meno allo Stato della cig a zero ore)», viene evidenziato nel documento datato 14 aprile ma pubblicato la scorsa settimana.


Virus, le riaperture del 18 maggio: Lombardia in bilico, Piemonte a rischio, decisivo indice R0

Virus, tra distanze e protezioni la metro preferita ai bus



L'intestazione della relazione recita: «Come gestire la fase 2: far ripartire gradualmente l'economia senza pregiudicare la salute e la sicurezza dei cittadini, e prevenendo il rischio di una risorgenza dell'epidemia». A scriverla sono docenti universitari ed altri esperti reclutati nel cosiddetto gruppo 'data-driven' (74 componenti complessivi) e in particolare del team ristretto dedicato proprio alla valutazione delle ripercussioni economiche. Tra gli autori vengono citati: Giovanni Dosi (Scuola Superiore Sant'Anna), Andrea Roventini (Scuola Superiore Sant'Anna), Mauro Napoletano (Ofce, Sciences Po), Francesca Chiaromonte (Scuola Superiore Sant'Anna), Fosca Giannotti (Cnr), Dino Pedreschi (Università di Pisa), Paolo Vineis (Imperial College).

Il presupposto è: «se vogliamo evitare il totale collasso economico-sociale del nostro paese, l'economia va riaperta velocemente». E, per essere più precisi, «ritardare oltre l'inizio di maggio la riapertura potrebbe drasticamente esacerbare il disagio socio-economico del paese, già a livelli critici». Oltre al taglio dell'orario di lavoro, si raccomanda una riapertura «sotto precise condizioni: la disponibilità di mascherine (FPP2, FPP3), guanti e le altre misure di protezione (per esempio cambio abito in uscita dal lavoro e di nuovo all'ingresso in famiglia); la possibilità di garantire il distanziamento fisico dei lavoratori; e lo svolgimento di periodiche disinfezioni ed areazioni degli ambienti di lavoro». Secondo la relazione le «violazioni di queste condizioni vanno sanzionate per legge, anche con misure penali rilevanti, e attentamente monitorate».


 
 


    Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero