Ezio Mauro ha annunciato oggi alla redazione che il 14 gennaio del 2016 darà l'addio alla direzione di Repubblica, che guida dal 1996. A sostituirlo sarà Mario Calabresi,...
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Ad annunciare l'arrivo a Repubblica è stato lo stesso Calabresi su Twitter. «A Natale dopo 6 anni e mezzo lascerò La Stampa e un pezzo di cuore: è stata un'avventura bellissima. A gennaio ricomincio a Repubblica», ha scritto Calabresi, che è già stato al quotidiano romano come cronista politico, corrispondent eda New York e caporedattore centrale.
Mauro resterà in carica fino al prossimo 14 gennaio, data del quarantesimo anniversario della testata, per poi «proseguire il suo prezioso lavoro giornalistico nel Gruppo», come spiega la nota del cda della soceità editrice di Repubblica che ufficializza la notizia, trapelata dopo la riunione di redazione in cui Mauro ha annunciato la sua decisione.
Il consiglio di amministrazione ha quindi designato all'unanimità, quale nuovo direttore con decorrenza 15 gennaio 2016, Mario Calabresi, attuale direttore della Stampa, «figura di primo piano del nostro giornalismo».
Prima ancora dell'ufficialità della notizia, è stata una nota del sindaco di Torino, Piero Fassino, ad esprimere il saluto a Mauro e gli auguri a Calabresi. «Molti agiscono. Pochi lasciano il segno. Tra questi certamente Ezio Mauro che, con il suo impegno giornalistico e civile, ha accompagnato ogni passaggio cruciale della vita del Paese. A lui il ringraziamento e gli auguri per le sue scelte future. A Mario Calabresi i migliori auguri per la chiamata a un incarico che è giusto riconoscimento alla sua professionalità e alla sua capacità di lettura della società», ha sottolineato Fassino.
Mauro, piemontese di Dronero, classe 1948, è alla guida di Repubblica dal 6 maggio 1996, quando sostituì il fondatore Eugenio Scalfari. In precedenza è stato direttore de La Stampa, dove è tornato nel 1990 assumendo prima l'incarico di condirettore. Al quotidiano di Torino Mauro era arrivato nel 1981 in qualità di inviato speciale. Dal 1988 aveva invece lavorato per Repubblica come corrispondente da Mosca. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero