Continua a correre l'export italiano, ma pesa l'incognita dazi. Dopo la performance del 2017 con una crescita di 31 miliardi di euro dell'export (+7,4%), le...
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«Sebbene il rischio che si scateni una vera e propria guerra commerciale sia piuttosto limitato (probabilità nell'ordine del 5-10%) - viene spiegato - gli effetti potrebbero essere molto forti». La crescita globale rallenterebbe al 2,8% nel 2018 e il commercio mondiale frenerebbe. L'export italiano risentirebbe del calo della domanda dei Paesi più interessati dalle misure - Stati Uniti e Messico in primis - perdendo quasi due punti percentuali nel 2018 (da 5,8% a 3,9%) e oltre 3,5 punti l'anno successivo (da 5,2% a 1,6%).
Nel 2018 si confermano cruciali per l'export italiano i mercati che hanno trainato la volata del 2017. La performance migliore è attesa per l'Asia (+8,4%), con Cina, India e Indonesia in prima linea; l'America Latina (+7,5%) con una ripresa degli scambi con il Brasile; e l'Europa emergente (+7,0%), in primis la Russia, pur con tutte le cautele legate al tema delle sanzioni internazionali. Positive le prospettive per il nostro export anche nel Nord America (6,1%), nell'Africa Subsahariana (+5,4%), nell'Europa avanzata (+4,8%) e in Medio Oriente e Nord Africa (+4,7%). Fra i nuovi mercati promettenti ci sono Colombia, Filippine e Marocco. «Gli investimenti in infrastrutture - ha spiegato Roberta Marracino, direttore area studi e comunicazione di Sace - soprattutto in ambito portuale, marittimo e del trasporto intermodale sono indispensabili e potrebbero consentirci di recuperare ogni anno 70 miliardi di euro di export». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero