(Teleborsa) - "Se ci sarà il disimpegno da parte di ArcelorMittal, il primo step sarà la gestione commissariale al Ministero dello Sviluppo economico". Ad annunciarlo il Premier...
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Sciopero di 24 ore in tutti gli stabilimenti di ArcelorMittal - Intanto, alle 7.00 di oggi, venerdì 8 novembre, è scattato lo sciopero di 24 ore proclamato dai sindacati Fiom, Fim e Uilm che interesserà, oltre all'impianto di Taranto, anche quelli di Genova, Cornigliano, Novi Ligure.
Una questione da affrontare con la massima urgenza e tempestività, come ha ribadito in aula alla Camera anche il Ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli secondo il quale "Parlare di Ilva" significa parlare "della strategia industriale del nostro Paese. Voglio essere chiaro: il Governo parla con una voce sola. Pensare alla chiusura stabilimento Ilva ha un'immediata ricaduta sociale, ma ha anche un'immediata ricaduta su tutti i settori italiani legati all'acciaio. Non avere l'Ilva significa non avere un piano industriale serio per il Paese".
SPUNTA LA PISTA JINDAL - Nel frattempo, secondo alcune indiscrezioni stampa rilanciate in queste ore, torna calda la pista che porta a Sajjan Jindal, già proprietario delle ex acciaierie Lucchini di Piombino, gruppo Arvedi di Cremona e Cassa depositi e prestiti. Ovvero la cordata che, ai tempi del governo Gentiloni, aveva perso la gara proprio contro il colosso franco-indiano. Una conferma arriverebbe anche da Italia Viva. "Non tocca a Italia Viva cercare una nuova cordata ma se Mittal fa recesso, gli si fa causa, con penali onerosissime, e si va dal secondo in graduatoria", dice intervistato da Financialounge.com, Davide Faraone, Presidente dei senatori del partito guidato da Matteo Renzi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero