Eurozona, l'economia resta ferma in acque stagnanti

Eurozona, l'economia resta ferma in acque stagnanti
(Teleborsa) - Il tasso di crescita dell'Eurozona registrato a maggio è rimasto "debole e la domanda è risultata stagnante". La crescita dell'occupazione è scivolata per la...

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(Teleborsa) - Il tasso di crescita dell'Eurozona registrato a maggio è rimasto "debole e la domanda è risultata stagnante". La crescita dell'occupazione è scivolata per la seconda volta ai livelli minimi dal 2016, a causa del ridimensionamento delle aziende e dei loro piani di espansione visto il calo delle vendite. Intanto, l'ottimismo sul futuro ha segnato i valori minimi in quattro anni e mezzo e le pressioni inflazionistiche si

sono moderate, visto che "la concorrenza ha limitato il potere decisionale sui prezzi di vendita".

Dall'analisi dei dati preliminari flash, l'Indice IHS Markit PMI Composito dell'Eurozona ha registrato a maggio 51,6 punti, indicando solo un marginale aumento da 51,5 di aprile. I deboli valori "fanno apparire il livello di crescita del secondo trimestre insignificante quanto quello del primo trimestre e tra i più bassi da metà 2013".

Il manifatturiero ha ancora una volta riportato condizioni più difficili, con la produzione in calo per il quarto mese consecutivo e la contrazione dei nuovi ordini per l'ottavo mese, principalmente dovuta all'ulteriore riduzione delle commesse estere. I tassi di contrazione della produzione, dei nuovi ordini e dell'esportazione hanno tutti indicato un indebolimento per il secondo mese consecutivo.

Il settore terziario ha continuato a crescere al tasso più debole da gennaio, vista la fiacca espansione dei nuovi ordini. Il flusso di commesse in entrata è stato il più basso dal 2014, fatta eccezione solamente del breve periodo di fine anno.

"A maggio, l'economia dell'Eurozona resta ferma in acque stagnanti. Crescono dunque i segnali che in questo secondo trimestre si riuscirà a raggiungere una crescita solo modesta. Allo stato attuale il PMI sta indicando una crescita del PIL di appena lo 0,2%", ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit. "Nel secondo trimestre, la Germania è sulla direzione

di un'espansione del PIL dello 0,2%, mentre i dati dell'indagine della Francia indicano una crescita scarsa dello 0,1%. Ad ogni modo, la preoccupazione maggiore arriva dalle altre nazioni dell'Eurozona, che collettivamente hanno osservato una crescita in difficoltà, in linea con il primo crollo dei nuovi ordini in quasi sei anni". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero