Europa, tra esami e compiti a casa Bruxelles prova a collaborare sugli investimenti

Il ministro Padoan con il governatore della Banca d'Italia Visco
Lezioni, esami e compiti a casa, magari scritti sul diario nero su bianco per evitare equivoci. Il confronto in Europa e in particolare quello tra Bruxelles e l'Italia...

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Lezioni, esami e compiti a casa, magari scritti sul diario nero su bianco per evitare equivoci. Il confronto in Europa e in particolare quello tra Bruxelles e l'Italia continua ad alimentarsi di metafore scolastiche. "Non abbiamo ancora valutato la situazione italiana", ha detto ieri Jirki Katainen, ex premier finlandese candidato ad una vicepresidenza di peso nella nuova commissione, infilandosi ieri a Milano nella riunione Ecofin. Ma ha poi ha aggiunto, quasi a spogliarsi della veste di maestro arcigno: "Dobbiamo collaborare in modo stretto".




Vale per il nostro Paese ma in questo momento soprattutto per la Francia. "Parigi è in una situazione difficile, proveranno a rispettare le loro promesse e i loro target" si è limitato a osservare Katainen, sorvolando sul fatto che due giorni fa il ministro Sapin ha annunciato di voler ritardare di altri due anni il rientro del rapporto deficit/Pil sotto il 3 per cento. La commissione apprezza comunque il pacchetto di riforme in arrivo e dunque secondo il futuro vicepresidente con i francesi "si può trovare una via d'uscita".



La linea della collaborazione, o meglio dell'apprendimento cooperativo, è anche quella indicata da Pier Carlo Padoan, che nell'incontro dei 28 ministri finanziari dell'Unione ha il ruolo di presidente di turno e padrone di casa." Il controllo europeo sulle riforme è uno strumento utile perchè è un controllo reciproco dei paesi tra pari che si scambiano esperienze, non è solo un elemento di disciplina ma anche di apprendimento" ha argomentato prima dell'avvio dei lavori.



Il compito, per tutti, è trovare un accordo su tipi e modalità di investimento che possano far ripartire la crescita nel Vecchio Continente. La soluzione passa anche per il superamento delle diffidenze reciproche: finora i Paesi nordici hanno sospettato quelli mediterranei di voler fare i furbi (facendo rientrare dalla finestra spese non proprio produttive) e questi ultimi hanno criticato l'ottusa intransigenza degli altri. Ma non si tratta solo di spendere soldi pubblici. "Le risorse per gli investimenti arriveranno soprattutto dal settore privato" ha detto Padoan, spiegando che ai governi toccherà sopratto il compito di facilitare e semplificare questo sforzo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero