Equitalia, cambia la cartella «Sarà resa più comprensibile»

Equitalia, cambia la cartella «Sarà resa più comprensibile»
ROMA - Stop alle cartelle incomprensibili di Equitalia. Il contribuente «ha il diritto di sapere perché qualcuno citofona un giorno a casa sua e gli dice: mi devi...

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ROMA - Stop alle cartelle incomprensibili di Equitalia. Il contribuente «ha il diritto di sapere perché qualcuno citofona un giorno a casa sua e gli dice: mi devi dare X». Per questo Equitalia e Agenzia delle entrate stanno studiano un nuovo modello di cartelle, che sia più comprensibile per chi le riceve a casa. L'annuncio è stato dato ieri alla Camera, durante un'audizione in commissione Finanze, dall'amministratore delegato di Equitalia, Ernesto Maria Ruffini. Un nuovo modello più chiaro con cui il cittadino possa comprendere i motivi della cartella da solo, senza dover ricorrere a un avvocato.


La nuova formula conterrà inoltre le motivazioni esatte della pretesa creditoria. Spesso Equitalia - ha spiegato l'ad - «sa di dover riscuotere una certa somma, ma non sa con esattezza la motivazione sottesa alla richiesta di pagamento», emessa da parte dell'ente creditore. E dunque la qualità delle informazioni «è fortemente influenzata da elementi di criticità». Difficoltà che si verificano soprattutto con enti impositori diversi dalle agenzie fiscali ed enti previdenziali.

GLI INTERVENTI
Nella sua relazione Ruffini ha ricordato che in tema di riscossione il governo dovrebbe intervenire - con norme di legge - su due questioni: serve un intervento per i soggetti decaduti dalla possibilità di pagare a rate le cartelle e per i quali ora «c'è un vuoto»; e sul problema della riscossione per i Comuni. Sul primo argomento è stata presentata a Montecitorio una risoluzione di maggioranza a firma del presidente della commissione Finanze, Maurizio Bernardo (Ap), e il deputato Michele Pelillo (Pd). Il documento impegna il governo a prevedere un “salvagente” per i contribuenti decaduti che vorranno fare richiesta, con la concessione di un nuovo piano di rate. Per quanto riguarda la seconda questione, invece, Ruffini ha ricordato che il 30 giugno scade l'ultima proroga del termine che fissa la cessazione delle attività di Equitalia di accertamento, liquidazione e riscossione delle entrate tributarie dei Comuni. Serve dunque una riforma del sistema «senza rinviare ancora la soluzione». Finora - ha detto - Equitalia ha avuto solo un ruolo di mera supplenza in attesa che i Comuni si organizzino. Ma il risultato è un sistema «frammentato», privo di un modello organizzativo nazionale.

LA REVISIONE
Sempre sul fronte fiscale, dopo essere stato archiviato per mesi torna a far parlare di se il catasto. Nel Documento di economia e finanza, approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri l'8 aprile scorso, rispunta la revisione del registro degli immobili. Il nuovo impegno è stato inserito dentro il Pnr, il Piano nazionale delle riforme, che il Governo conta di attuare in tre anni, entro il 2018.


Un ritorno atteso da giugno 2015, quando il governo decise di tirare il freno a mano sul tema e di non proseguire con l'attuazione della legge fiscale 2014, che delegava Palazzo Chigi al riassetto dei valori catastali. In discussione c'era il rischio che la riforma portasse aumenti delle tasse sugli immobili. Proprio su questo punto è intervenuto ieri il viceministro all'Economia Luigi Casero, durante un convegno all'Agenzia delle Entrate sui 130 anni del castato. La riforma - ha detto - «andrà portata avanti a inviarianza di gettito». E dunque senza un aumento della pressione fiscale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero