Energia, Testa (ENEA): puntare sulla filiera italiana nel settore delle rinnovabili

Energia, Testa (ENEA): puntare sulla filiera italiana nel settore delle rinnovabili
(Teleborsa) - Il presidente ENEA Federico Tesa ha sostenuto la necessità di valorizzare le filiere industriali italiane soprattutto nel campo dell'innovazione e della...

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(Teleborsa) - Il presidente ENEA Federico Tesa ha sostenuto la necessità di valorizzare le filiere industriali italiane soprattutto nel campo dell'innovazione e della sostenibilità. "Io non sono 'nazionalista' ma credo sia necessario valorizzare le filiere industriali italiane anche per garantire occupazione e reddito alle imprese italiane – ha detto Testa in un'intervista a La Stampa – Non abbiamo bisogno di prendere i pannelli solari cinesi o le pale eoliche dal Nord Europa, ma con le risorse a disposizione dobbiamo rinforzare o costruire le filiera produttive di manifattura locale che magari lavori su segmenti alti".


Il presidente dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo sostenibile (ENEA) ha citato l'esperienza di Catania per il fotovoltaico – "è stato avviato un'importante produzione di pannelli solari made in Italy (il progetto 3Sun, ndr)" – e ha assicurato sulla competitività italiana anche sull'eolico. "E poi, la novità e' l'agrivoltaico, una nuova frontiera che punta a produrre energia senza penalizzare l'agricoltura", ha agggiunto.

Per Federico Testa i fondi del Recovery andrebbero investiti "ad esempio nelle infrastrutture di ricarica per la mobilità elettrica" e si potrebbe "utilizzare la rete di distributori di carburante esistenti, che ha bisogno di essere riqualificata. Perché non fare il pieno di elettricità anche, o forse soprattutto, nelle vecchie stazioni di servizio convertite o integrate con le infrastrutture di ricarica?". Spazio anche all'idrogeno che può essere una soluzione "per decarbonizzare alcuni settori. Per produrre idrogeno serve energia e per l'idrogeno verde sono necessarie le rinnovabili che allo stato attuale non sono sufficienti. Soprattutto, ad oggi, l'idrogeno verde costa caro, ma, in prospettiva, ci sono le competenze per costruire la nostra capacità produttiva di idrogeno green".


Infine, un'ultima riflessione è dedicata alla fusione nucleare: "parliamo di energia sicura e sostenibile. Si tratta di un investimento di oltre 600 milioni per costruire in sette anni una macchina molto avanzata per risolvere i nodi più complessi sul cammino della fusione nucleare. Puntiamo a coinvolgere le imprese italiane in un settore dove siamo fra i primi al mondo". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero