Enel Chile diventa la prima azienda elettrica senza carbone

Enel Chile diventa la prima azienda elettrica senza carbone
(Teleborsa) - Enel Chile, controllata cilena del Gruppo Enel, ha effettuato oggi la disconnessione e la cessazione delle attività del gruppo II della centrale a carbone di...

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(Teleborsa) - Enel Chile, controllata cilena del Gruppo Enel, ha effettuato oggi la disconnessione e la cessazione delle attività del gruppo II della centrale a carbone di Bocamina, nella municipalità di Coronel, dopo aver ricevuto l'autorizzazione dalla Commissione nazionale cilena per l'energia.


Si tratta di un importante traguardo per Enel Chile e segue la chiusura di Tarapacà nel 2019 e del gruppo I di Bocamina nel 2021. Enel diventa così la prima azienda elettrica in Cile libera dal carbone , con 18 anni di anticipo rispetto all'obiettivo originario del 2040 fissato dal Piano Nazionale di Decarbonizzazione cileno del 2019.

"La chiusura del nostro ultimo impianto di generazione a carbone in funzione in Cile evidenzia l'impegno del Gruppo Enel per la decarbonizzazione dei suoi sistemi energetici", ha commentato Salvatore Bernabei, CEO di Enel Green Power, ricordando che questo percorso di decarbonizzazione "si accompagna al continuo rafforzamento del nostro portafoglio di energie rinnovabili, che comprende eolico, geotermico, solare, idroelettrico e sistemi di accumulo a batterie".

Per la completa decarbonizzazione del suo mix di generazione, Enel Chile ha implementato la strategia Just Energy Transition, che include soluzioni tecnologiche, sociali e ambientali volte a garantire che la dismissione della flotta a carbone dell'azienda venisse effettuata massimizzando il valore per il personale degli impianti, gli appaltatori e le comunità locali.

Infatti la chiusura del gruppo II di Bocamina include opzioni di ricollocazione per i dipendenti dell'impianto, l'attuazione di un'ampia serie di iniziative per lo sviluppo sociale, economico e imprenditoriale della comunità di Coronel, nonché un ambizioso progetto di riforestazione. Inoltre, si stanno studiando diverse alternative per riutilizzare gli asset dell'impianto al fine di dare nuova vita al sito e creare opportunità di sviluppo per l'area. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero