(Teleborsa) - "Come è noto l'Italia ha la digital tax, noi la fermo entrare in vigore dal primo gennaio, è uno dei componenti della Manovra". Con queste parole, al termine...
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La misura "c'era ma non operativa", ha precisato visto che già da tempo è formalmente stata istituita a norma di legge, con tanto di previsione di incassi per 1,35 miliardi. In Italia, in seguito alle modifiche introdotte lo scorso autunno, la norma sulle transazioni digitali prevede, sulla falsariga della web Tax francese e spagnola, un'aliquota del 3% per le aziende con oltre 750 milioni di ricavi di cui almeno 5,5 milioni da servizi digitali sul territorio nazionale, dalla pubblicità mirata online alla fornitura di beni e servizi venduti su piattaforme web, fino alla trasmissione di dati raccolti sempre attraverso interfaccia digitali.
Poi però si è arenata visto che in molti hanno sottolineato la necessità di un coordinamento globale che ne aumenti, in maniera sensibile e duratura, l'efficacia. "Non vogliamo solo la digital tax italiana ma vogliamo che sia collocata dentro una misura definita sul piano internazionale", ha incalzato il Ministro dell'Economia. In generale, un tema di strettissima attualità visto che poche ore fa anche l'Ocse ha accelerato nella direzione di una nuova proposta da mettere sul tavolo del prossimo G20. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero