Niente detrazione Irpef se il pagamento non è tracciabile. Ma cosa dovrà fare il contribuente che intende sfruttare le agevolazioni fiscali? Al momento non è...
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Il punto di partenza è il comma 679 dell'articolo 1 della legge di Bilancio, che introduce il nuovo sistema a partire da quest'anno: si applica dunque alle spese sostenute nel 2020, che saranno poi detraibili con la dichiarazione dei redditi del 2021. Quali spese? Tutte quelle per le quali è prevista la detrazione del 19 per cento con la sola eccezione dell'acquisto di medicinali o dispositivi medici e delle spese sanitarie sostenute presso il servizio pubblico o le strutture convenzionate (come ticket su visite e ricoveri). Per tutte le altre, dalle spese mediche o dentistiche private agli interessi passivi sui mutui, dalle quote di palestre e piscine per i ragazzi alle rette universitarie, il pagamento cashless è la condizione per fruire della detrazione. I mezzi di pagamento ammessi sono il versamento bancario o postale oppure quelli menzionati in un decreto legislativo del 1997: carte di credito e di debito oppure prepagate, assegni bancari o circolari. Lo Stato immagina che una certa quota di contribuenti non si adegui: la relazione tecnica della manovra prevede minori detrazioni e dunque maggior gettito per 496 milioni l'anno, su oneri complessivi che valgono circa 3,2 miliardi.
Conservare scontrini e distinte
Il beneficio per l'erario è quasi doppio nel 2021 (868 milioni) grazie alla tempistica dei versamenti in anticipo e in acconto. La legge non specifica cosa bisogna fare per dimostrare l'avvenuto pagamento cashless: su questo punto dovrebbero arrivare chiarimenti con la circolare dell'Agenzia delle Entrate attesa per febbraio. Va ricordato che molte di queste spese finiscono già nella dichiarazione precompilata, inviate dai soggetti che incassano: ma i record trasmessi non contengono al momento informazioni sul mezzo di pagamento. Dunque la prudenza può consigliare di conservare scontrini e distinte (accanto ai documenti che comprovano l'avvenuta spesa) salvo la possibilità di recuperare più tardi estratti conto bancari o delle carte. Verosimilmente avrà meno problemi chi compila precompilata in versione fai da te direttamente sul pc, mentre i Caf, che devono rispondere dei propri eventuali errori, potrebbero chiedere agli utenti di dimostrare la natura dell'avvenuto pagamento.Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero