Il governo è pronto a scoprire le carte per chiudere la polemica che si è innescata sulla crescita del prossimo anno dopo i dubbi espressi dalla Banca d'Italia e...
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Ma il condizionale è d'obbligo. Al Tesoro starebbero ancora valutando l'ipotesi che le nuove informazioni possano essere dettagliate direttamente dal ministro Pier Carlo Padoan durante la nuova audizione nelle Commissioni bilancio di Camera e Senato fissata per mercoledì prossimo. Ieri mattina c'è stato un vertice al Tesoro con lo stesso Padoan per mettere a punto i dettagli di questa nota. Poi il ministro si è presentato al convegno «Obbligati a crescere» organizzato da Il Messaggero per ribadire che le cifre indicate nella nota di aggiornamento del Def non sono basate su «fantasie» o «aspettative irrealizzabili». Resta il fatto che il governo dovrà convincere il Parlamento a votare quei numeri, considerando che dopo i dubbi espressi da Bankitalia e Ufficio di Bilancio, oltre alle opposizioni, anche la minoranza del Pd ha alzato la voce.
IL DOCUMENTO
Il documento a quale lavora il Tesoro dovrebbe proprio servire a chiarire alcuni punti del Def. Padoan ha intenzione di indicare quali saranno i grandi capitoli che comporranno la prossima legge di Bilancio. E per ognuno indicare anche quale sarà l'impatto sul Pil. A cominciare dal capitolo su crescita e produttività, quello che comprende i super ammortamenti, i bonus sulla ricerca, gli eco incentivi per le ristrutturazioni. Tutte misure in grado, secondo il Tesoro, di dare una spinta ai consumi e agli investimenti. Su quest'ultimo fronte ci sarà anche un'indicazione delle risorse pubbliche che saranno impiegate, probabilmente anche con maggiori stanziamenti anche per i Comuni.
L'altro nodo che il Tesoro proverà a sciogliere, è come una manovra di 0,5 punti di Pil, circa 8,5 miliardi, basata su spending review e misure anti evasione, che dovrebbe essere recessiva, riesce alla fine a far salire il Prodotto interno. La ragione, secondo i tecnici di via XX settembre, sarebbe nel tipo di misure che saranno indicate nella manovra. Far aumentare di un solo miliardo invece che di due il Fondo sanitario, per esempio, non avrebbe un impatto recessivo. Così come la voluntary discolsure, la riedizione del rientro dei capitali, che non comporterebbe spinte al ribasso della crescita.
Ma il vero punto cruciale rimane il dato sul deficit, indicato per il 2017 al 2% del Pil, ritenuto ottimistico con una crescita all'1%. Un dato al centro anche di un confronto con la Commissione europea, visto che Padoan si era impegnato con Bruxelles a contenere il deficit all'1,8%. La questione sta tutta qui. La distanza tra l'1,8% e il 2% è di «soli» tre miliardi di euro. Se Padoan, per convincere il Parlamento e l'Ufficio di bilancio, fosse costretto a ritoccare il dato al 2,1-2,2%, la manovra diventerebbe ancora più difficile. Ma la validazione di questo dato avverrà con il Documento programmatico di bilancio che il Tesoro invierà a Bruxelles il 17 ottobre. In quella sede potrebbe esserci la correzione del deficit. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero