(Teleborsa) - "Le indicazioni del DEF appaiono sostanzialmente condivisibili nella dimensione quantitativa e nella struttura logica che la sostiene, pur con alcune perplessità...
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"Lo scoppio del conflitto in Ucraina ha riacceso paure e grandi ansie, oltre che causato innumerevoli perdite di vite umane e un esodo di massa di milioni di persone", ha sottolineato Mauro Bussoni, Segretario Generale di Confesercenti. "Preoccupa anche che nello scenario a fine 2023 del Def la spesa delle famiglie risulti ancora inferiore di 10 miliardi al livello pre-pandemico – ha aggiunto Bussoni –. Ancora più significativo (e preoccupante) il dato che comunque anche nel 2024 i consumi delle famiglie registreranno ancora un gap di circa 2 miliardi rispetto al 2007, anno che ha preceduto l'altra grande crisi recente". "Nel Def il governo dichiara di poter replicare tali interventi destinando uno stesso ammontare di risorse, pari a circa 4,5 miliardi. È nostra impressione, pur consapevoli del pesante onere che esse costituiscono, che tali misure andrebbero rafforzate con più risorse", ha dichiarato.
"Le risorse indicate nel DEF sono un ulteriore, apprezzabile intervento messo in campo dal Governo. Ma per sostenere la crescita e affrontare le difficoltà delle imprese acuite dalla guerra in Ucraina occorrono politiche condivise a livello europeo, utilizzando l'esperienza di debito congiunto del Next generation EU, la ridiscussione del Patto di stabilità e il sostegno della BCE per garantire liquidità ai Paesi dell'Ue". Sono le indicazioni espresse invece da Confartigianato durante l'audizione.
Il quadro economico è in peggioramento ed è necessario che la politica economica mantenga un profilo fortemente espansivo per affrontare i pesanti effetti del conflitto in Ucraina, ha evidenziato CNA, sottolineando che 5 miliardi sono "risorse modeste rispetto alla complessità del momento" per ridurre il costo dell'energia e dei carburanti, compensare l'aumento del costo delle opere pubbliche, risarcire le imprese dagli effetti delle sanzioni.
Per il Consiglio nazionale dei commercialisti nel 2020 "le misure di sostegno economico e finanziario adottate per fronteggiare la crisi pandemica, hanno permesso di contenere i fallimenti delle imprese e le procedure di sovraindebitamento che interessavano le famiglie e le imprese non fallibili", poi "nel corso del 2021 si è lentamente ritornati ai valori pre-pandemici", mentre "oggi rileviamo un deciso incremento delle sofferenze che non si è ancora tradotto nei numeri e nelle statistiche che rendicontano il fenomeno, anche perché le misure di contenimento sono proseguite nel 2021 e in questa prima parte del 2022".
Per il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, invece, Il programma GOL, Garanzia di occupabilità dei lavoratori, una "misura che si rivolge ad un gruppo ampio ed eterogeneo di lavoratori con differenti difficoltà di accesso al lavoro, ivi compresi tutti i beneficiari di misure di sostegno al reddito, quindi di ammortizzatori sociali, di Naspi, di reddito di cittadinanza", con "la finalità di formarli, riqualificarli ed accompagnarli al lavoro" ha" obiettivi ambiziosi e l'aspettativa è altissima, anche in considerazione dell'aumento del numero dei disoccupati in cerca di nuova occupazione e, nel contempo, di imprese che denunciano la difficoltà a trovare professionalità idonee al proprio mutato fabbisogno organizzativo". Infine, per Confprofessioni, se il Def "spinge per favorire l'aggregazione tra le imprese, occorre un quadro normativo che agevoli la costituzione di forme aggregative tra professionisti, a cominciare dalla revisione della disciplina delle Società tra professionisti (Stp)".
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Il Messaggero