(Teleborsa) - Corrono veloci le lancette sull'orologio di Giorgia Meloni che a tempo record dovrà superare le fibrillazioni nella coalizione, accontentando (c'è da capire come)...
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Aggirato l'ostacolo che, di fatto, porterà alla formazione del nuovo esecutivo, la strada continuerà ad essere in salita: dalla corsa dell'inflazione al caro energia, sono tanti i dossier in cerca di una soluzione. Prima ancora però bisogna trovare i soldi. Particolare non di poco conto. Senza far troppo affidamento su non ben definite coperture che si aggirano sui 4 miliardi che si potrebbero spostare dai conti di quest'anno e di un decreto fiscale tutto da costruire, unica opzione percorribile è quella di rivedere il percorso del deficit per il 2023.
Conti alla mano, qualora ad esempio si decidesse di proroga per tre mesi lo sconto su accise e Iva di benzina e gasolio servirebbero più di 3 miliardi ai quali ne andrebbero aggiunti altro 5 per estendere l'Iva al 5% sul gas e l'abbattimento degli oneri di sistema sulle bollette, sempre per altri tre mesi. Per confermare per il prossimo anno il taglio al cuneo fiscale, ne servono altri 4. E questo, solo per citare alcuni del lunghissimo elenco di interventi necessari.
Del resto, che la casella del Ministero dell'Economia abbia scarso appeal è ormai cosa nota anche e soprattutto in ambienti della maggioranza. "Dovremo vedere che cosa inventarci sull'energia – questo il ragionamento di Giovanbattista Fazzolari, senatore di Fratelli d'Italia. A seconda se va bene o male sul fronte europeo potremmo rischiare di dover trovare 60 miliardi nel 2023 o averne bisogno di 20 o 30; vuol dire una o due finanziarie".
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Il Messaggero