Crisi di Governo, l'ora della "sfida": Conte in Parlamento

Crisi di Governo, l'ora della "sfida": Conte in Parlamento
(Teleborsa) - Dopo giorni di tensioni e rinvii, per il Premier Giuseppe Conte è arrivata l'ora della sfida in Aula dopo la rottura con Matteo Renzi che ormai appare insanabile....

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(Teleborsa) - Dopo giorni di tensioni e rinvii, per il Premier Giuseppe Conte è arrivata l'ora della sfida in Aula dopo la rottura con Matteo Renzi che ormai appare insanabile. Ma si sa, la politica è "l'arte del possibile", dunque tutti gli scenari restano aperti. Ieri, intanto, il Segretario del Pd Nicola Zingaretti ha fatto appello alle "forze democratiche, liberali e europeiste" ad un unità "per salvare il Paese".


Al netto di bluff e trattative nascoste, il Presidente del Consiglio si presenterà oggi lunedì 18 gennaio alle 12 alla Camera e domani, martedì mattina, al Senato per provare a rilanciare la sua azione di governo. Ma se alla Camera IV mostra crepe - dopo Vito De Filippo anche Michela Rostan ha annunciato che voterà la fiducia - al Senato il gruppo di Matteo Renzi al momento tiene. E non appare all'orizzonte, dopo che l'Udc si è sfilato, un gruppo di costruttori in grado di garantire una maggioranza assoluta a Palazzo Madama, dove di fatto si giocherà la vera partita. Grazie all'astensione di Iv, potrebbe anche bastare una maggioranza relativa, sufficiente per tenere in piedi il Governo ma non a risolvere i problemi. "Tutti gli scenari sono aperti", ammette con franchezza il ministro Peppe Provenzano.

Ad ora, i numeri certi al Senato, a quanto emerge anche dopo un vertice di maggioranza con il ministro D'Incà e i capigruppo, si aggirano in una "forchetta" tra 151 e 154 senatori, dunque al di sotto dei 161 necessari per la maggioranza assoluta. "Il mio obiettivo non è mai stato cacciare Conte ma non sarò compartecipe di disegni mediocri, voteremo le misure che servono al paese ma non siamo in maggioranza", chiarisce Renzi impegnato a scrollarsi di dosso lo stigma di chi ha aperto la crisi al buio. Ma Pd e M5s chiudono alla possibilità di ricucire con l'ex Premier.

"Una cosa è rilanciare - attacca Nicola Zingaretti - un' altra cosa è distruggere. Se non si rispettano le opinioni degli altri, avendo la presunzione di tenere in considerazione solo le proprie, allora viene meno la fiducia e la possibilità di lavorare insieme".


L'opposizione, che in questi giorni, con vertici continui, ha ribadito la compattezza della coalizione, sta a guardare - più che interessata - gli sviluppi, con Giorgia Meloni, forte dei consensi crescenti che spinge per andare subito al voto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero