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Al ministero dell’Economia le riunioni si susseguono. Lo scenario sta cambiando. Rapidamente. Nessuno ormai esclude più l’ipotesi che si renda necessario intervenire subito per indennizzare i settori che saranno colpiti dalle eventuali misure restrittive che il governo sarà chiamato a prendere nei prossimi giorni.
«È chiaro», è il ragionamento fatto dal vice ministro Antonio Misiani, «che la manovra è stata costruita tenendo conto dello scenario attuale del Covid. Se le cose dovessero peggiorare», è la linea condivisa al Tesoro, «il governo non esiterà a intervenire sostenendo i settori maggiormente colpiti e i settori interessati da eventuali misure». La linea confermata ieri in serata anche dal ministro Roberto Gualtieri.
«Il governo», ha detto, «continuerà a sostenere l’economia anche con misure nuove per tutti coloro sulle cui spalle ricade il peso» della recrudescenza dei contagi e delle misure di contenimento.
IL TIRAGGIO
Proprio in queste ore la Ragioneria generale dello Stato sta concludendo il suo monitoraggio su quello che tecnicamente si chiama il “tiraggio” delle misure adottate con i tre decreti emergenziali approvati durante la pandemia: il Cura Italia, il decreto Rilancio e il decreto Agosto. In sostanza si tratta di capire se ci sono soldi stanziati per alcune delle misure introdotte dai provvedimenti ma non tutti spesi. Dalle prime indicazioni sembrerebbe che gli «avanzi», come li definiscono al ministero dell’Economia, possano oscillare tra i 3 e i 4 miliardi di euro. Una fetta di questi fondi servirà a prorogare sicuramente la Cassa integrazione di nove settimane, in modo da non lasciare scoperte quelle aziende che hanno iniziato per prime ad usarla e che vedranno scadere entro il 16 novembre la propria copertura. Accanto a questo potrebbero arrivare i risarcimenti per le attività che saranno chiuse dalle prossime ordinanze.
Tra quelle maggiormente indiziate ci sono le palestre, i parrucchieri e i centri estetici. Oltre ai bar e ai ristoranti che già stanno soffrendo per il coprifuoco deciso in alcune regioni. Come potrebbero arrivare i possibili indennizzi? Il meccanismo che maggiormente ha funzionato, come ha confermato ieri lo stesso Gualtieri, è quello degli indennizzi a fondo perduto erogati dall’Agenzia delle Entrate. La macchina organizzata dal direttore Ernesto Maria Ruffini ha funzionato alla perfezione. Il problema, in realtà, è un altro. Stabilire i criteri per gli eventuali ristori. Ormai la prassi consolidata è quella di legarli al calo del fatturato subito da un’attività a causa della chiusura. Nella precedente tornata, gli indennizzi erano stati erogati alle partite Iva e alle Pmi con fatturato non superiore a 5 milioni di euro e che avessero registrato un calo di fatturato ad aprile 2020 di due terzi rispetto al fatturato del 2019. Insomma, l’intenzione sarebbe quella di procedere su questa stessa strada, magari inserendo qualche paletto in più vista la scarsità delle risorse.
Il Messaggero